Le prime esperienze di windsurf tra le onde possono essere frustranti: vi passano tutte sotto la tavola e non ne prendete una. Ma l'acquisizione della giusta tecnica nel waveriding vi aprirà le porte ad una disciplina magica, forse la più emozionante del windsurf, che vi fà davvero entrare in conttato con il mare.
Il waveriding: tecnica di base per prendere e surfare le onde
Come agganciare l'onda ; Discesa iniziale dall'onda ; il bottom turn ; il cut back ; uscita dall'onda .
In questo sito, abbiamo già dedicato alcuni articoli alle regole di precendenza tra le onde, ed alle principali manovre del waveriding. Ma se non sapete prendere le onde, questi articoli vi risulteranno inutili. Allora, abbiamo pensato di fare un passo indietro, e di condividere con voi la nostra esperienza nella tecnica di base del waveriding: come agganciare le onde, e come eseguire il bottom ed il cut back.
Premettiamo che in questo articolo analizzeremo il frontside waveriding, ovvero la tecnica di surfata delle onde, durante la quale la discesa nel cavo dell'onda ed il bottom turn ed il cut back (vedi più avanti) si effettuano con la faccia del rider rivolta verso la cresta e la parete dell'onda.
Un'altra importantissima considerazione preliminare è che la direzione con cui il vento impatta l'onda è fondamentale e determina differenze rilevanti nella tecnica da utilizzare, ma anche un differente livello di difficoltà. La condizione complessivamente più semplice (ma non del tutto priva di problemi) è quella in cui il vento arriva side off sull'onda, ovvero raggiunge l'onda impattando frontalmente sulla sua parete (non il dorso) in maniera obliqua. Tratteremo principalmente tale condizione, per aggiungere, nel corso della spiegazione, alcune altre considerazioni nel caso in cui il vento arrivi sull'onda side, o side-on. Quest'ultima condizione, frequentissima in molti spot del Mediterraneo, o di altri mari chiusi, in cui l'onda è generata dal vento locale (windswell), ed entrambi hanno quasi la stessa direzione di avanzamento, è la condizione, per certi versi, più complicata nel waveriding.
Detto questo, iniziamo la spiegazione passo passo. E se avete qualche dubbio se valga la pena fare waveriding, godetevi il primo video qui sotto, con me in azione nel fantastico spot di Funtana Meiga, in Sardegna.
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Uscita dall'onda
Uscendo dal cut back, e tornando a scendere dall'onda, potrete tornare a bolinare, per riportarvi in prossimità della sezione dove l'onda si sta srotolando in modo da sfruttarla il più possibile in surfata, e per non perdere troppa acqua (visto che nel waveriding si scarroccia parecchio). Oppure, potete rimanere più poggiati, ed impostare subito un nuovo bottom. Infine, potete scappare dall'onda che sta facendo close out, portandovi molto avanti ad essa. Ciò dipende dal comportamento dell'onda, ma anche da quello che c'è a riva davanti a voi!
Ad esempio, se avete una costa rocciosa, come ad Hookipa o a Cala Pischina, in Sardegna, una volta partiti in surfata sull'onda non potrete bolinarla troppo, ma proseguirete in un certo numero di bottom turns, fino a strambare sulla spalla ed uscire dall'onda, per evitare di essere spinti dall'onda sulle rocce (vedete video qui sotto). Se avete spot sabbiosi, e con un tratto di acqua piatta, nell'inside, davanti alla breaking zone, potrete bolinare di più, e surfare l'onda fino a quando avrà perso potenza, per virare (opzione preferibile, se l'onda ha completamente perso potenza, in modo da non perdere ulteriore acqua) o strambare, a fine surfata, e tornare a dirigervi verso il largo, per ricominciare da capo.
Spero che questa spiegazione vi possa essere utile.
Se avete suggerimenti, o considerazioni, potete inserirle nei commenti, qui sotto a fine articolo.
Aloha. Fabio
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