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Il Monte Parodi si eleva per 673m a protezione della città della Spezia. I sentieri che dal capoluogo ligure permettono di risalire l’altura sono molteplici e tutti davvero semplici. Il trekking in questione è consigliato a tutti, dalle famiglie con bambini ad adulti di qualsivoglia età.

 

TREKKING: IL MONTE PARODI (LA SPEZIA, LIGURIA)

Laddove finisce la città, nel Golfo dei Poeti, inizia la natura. Indi per cui il sentiero non va ricercato, non va scovato, parte da dietro casa. E, nonostante ciò, è un incredibile viaggio dentro l’anima dura, scoscesa e divisa della Liguria, che porta, in pochi metri, dal suo celato cuore collinare di terra alla meravigliosa esteriorità del suo mare. I sentieri in questione, n°521 (variante) e 523, collegano l’abitato della Spezia al Monte Parodi, il cui rilievo sovrasta ad ovest la città e, congiuntamente ad altre colline, crea verso sud una catena che si tuffa nel mare in corrispondenza di Portovenere.

Il Monte Parodi, o più semplicemente Parodi, è assimilabile, per gli abitanti di Spezia, a ciò che Majella e Gran Sasso sono per gli abruzzesi; con le dovute proporzioni, naturalmente. Se i giganti appenninici sono da sempre per le popolazioni d’Abruzzo come una mamma e un papà di pietra, la collina che sovrasta il capoluogo ligure rappresenta un genitore a protezione della città. Sebbene sia, infatti, una vetta collinare nei pressi del mare, salendola è possibile ammirare tutto il Golfo della Spezia. Ma non solo: dal Monte Gottero alle Alpi Apuane, tutto sarà compreso in un immaginario scatto con pochi paragoni a livello panoramico. 

Per arrivare al culmine del Monte Parodi si può tranquillamente partire dal centro città, precisamente dalla località Rebocco. Arrivati in via Monfalcone, infatti, un cartello CAI, indicante i possibili sentieri della zona, è posto esattamente adiacente la scalinata che sancisce l’inizio dell’escursione: sentiero 521.

 

Trekking Parodi La Spezia010 

 

Fin dai primi gradini si sale macinando dislivello, immersi dopo pochi minuti in un ambiente che poco ha a che vedere con l’urbano. Già dopo 200 metri circa la città si disvela parzialmente in tutta la sua bellezza: una prima balconata ci permette di ammirare le perfette geometrie della Spezia. Le vie, le strade non sembrano altro che passerelle verso il mare. Alla nostra destra, la costa di Portovenere, con Marola, Fezzano, Le Grazie e la nascosta Cadimare; alla nostra sinistra Lerici: le due meravigliose estremità a chiusura del Golfo dei Poeti. Atto doveroso è fermarsi un secondo e godere del panorama. Ripartendo, è possibile notare che il sentiero, stretto fra zone boschive e piccoli borghi abitati, caratteristici della Liguria, si incunea all’interno di un ‘caruggio’ (“Vicolo stretto, tipico delle cittadine liguri”). All’entrata di questo, un cartello ci informa che da qui è possibile raggiungere le Cinque Terre: le meraviglie della provincia della Spezia a portata di passo. Proseguiamo, però, sulla nostra via.

Come un torrente, il sentiero, attraversa quindi la strada provinciale, che porta al centro abitato di Maggiano, e si rigetta nel verde: ancora scale, instancabili amiche dei sentieri in salsa spezzina. La salita non ripida ma continua mette alla prova il fiato. Arrivati in cima, dopo circa dieci minuti, incontriamo un bivio: “m’ama o non m’ama”? Continuare o desistere? Nel secondo caso, si può prendere la strada provinciale che dal passo della Foce riporta alla Spezia: non consigliato. Nel primo, seguire sempre i cartelli in direzione Sant’Anna, mantenendo sempre il Sentiero 521.

Qui un altro scorcio cittadino, apertosi sotto i nostri piedi, ci dà lezioni di geometria: La Spezia appare come una perfetta unione tra il sacro della natura e la profana architettura cittadina, uno spettacolo. Il percorso, a questo punto, si prende gioco di noi e, dopo una sezione pianeggiante, presenta un centinaio di metri di salita impegnativa, alla fine della quale si trova il primo waypoint del trekking: il paesino di Sant’Anna. 

In questo punto il Sentiero 521 sfocia per qualche centinaio di metri nell’Alta Via del Golfo, per poi lasciarla nei pressi della località Bersedo, ed imboccare il n°523, il quale, cartina topografica alla mano, ci permetterà di raggiungere direttamente la vetta del Monte Parodi. 

La camminata perde qui il compagno di mille avventure: il sole. Entriamo, infatti, in un bosco fitto, nel quale gli alberi, come le strette maglie di una rete da pesca, catturano ogni raggio solare. Tornante dopo tornante, metro dopo metro, il pendio si fa sempre più ripido e la salita più impegnativa. Man mano che si sale, il rumore delle macchine torna a farsi vivo: la strada è vicina, la vetta pure. Attraversato, quindi, l’asfalto, il sentiero prosegue, per gli ultimi due tornanti fuori dal bosco, fino a concludersi nell’ampio piazzale di vetta. La Spezia sotto di noi, le Apuane, ancora innevate, davanti; il tramonto a cospargere il tutto di magia. Il ballo delle anime spezzine, che potremmo intitolare ‘Mare e Monti’, ha levato il sipario davanti ai nostri occhi. Silenzio e ammirazione, non serve altro. 

La vetta, tuttavia, è metà spedizione. Dopo qualche minuto, passato tra una foto e l’altra, quindi, è tempo di scendere. Le vie che è possibile scegliere per rientrare sono molteplici: ripercorrere a ritroso il sentiero d’andata, seguire la provinciale che porta al passo della Foce, collegarsi al Monte Biassa, tramite il Sentiero 520; o, se volete osare, continuare in direzione Cinque Terre. A voi la scelta.

Buona passeggiata. Daniele

Qui sotto, le foto dell'escursione

 

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