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Monesteroli è un piccolo borgo ligure, immerso tra Portovenere e Riomaggiore, letteralmente a picco sul mare. Famoso per la sua scalinata, fatta di 1200 gradoni che sembrano tuffarsi direttamente in mare. Il sentiero è scosceso, impegnativo e, nonostante si affacci sulle limpide acque delle Cinque Terre, con dislivello notevole. Si consiglia, perciò, buon fiato e una discreta condizione per intraprenderlo.

 

Trekking: Monesteroli, Cinque Terre (La Spezia, Liguria) 

È un Golfo nevrastenico quello della Spezia. Diviso tra l’anima rocciosa, schizofrenica e danzante, di un litorale cristallino, specchio d’occhi meravigliati, e un entroterra sinuoso, verde ed egualmente attraente.  A testimonianza di tutto ciò, il trekking a Monesteroli, perfetto bignami tra le due metà: nato sulle alture, attraverso 1200 gradoni si tuffa nelle limpide acque del Parco Nazionale delle Cinque Terre. 

Insomma, il piccolo borgo di Monesteroli, il cielo, una scalinata e il mare. Vi starete chiedendo: che cosa lega tutte queste cose? Facile, il sentiero 535-536. Una vera e propria ‘Stairway to Heaven’, scomodando i Led Zeppelin: 1200 gradoni e la sensazione che si buttino direttamente in mare, che facciano un ‘tuffo dove l’acqua è più, sempre più blu’ (restando in tema musicale); roccioso esempio che quasi sempre, nel trekking, fatica e sudore vanno di pari passo con meraviglia e stupore. 

 

Trekking Monesteroli La Spezia 010

Tante sono le varianti, i sentieri alternativi e le possibilità di giungere all’imbocco della scalinata di Monesteroli: noi abbiamo scelto di partire dal Piazzale dinanzi l’ex caserma della Forestale (dal centro della Spezia bisogna prendere la Strada Statale Litoranea 370 e, superare la galleria dopo il bivio per Biassa - vedi traccia). Lasciata la macchina nel parcheggio antistante, siamo pronti a partire. 

Dallo spiazzo prende origine, in direzione sud, una diramazione verso il borgo di Fossola (la strada è asfaltata, ma privata, poiché chiusa al traffico per non residenti), alla fine della quale troviamo la vera e propria partenza del trekking. Un cartello avvisa: Sentiero 535 CAI. È il nostro. Una mulattiera a scalini scende (Foto001 - slidegallery alla fine dell'articolo) tra la verdeggiante macchia mediterranea fino a lambire i camini fumanti di un piccolissimo nucleo abitato, al cui centro si erge la Chiesa dell’Angelo Custode (una piccola e rustica chiesetta che si concede al pubblico solamente una volta l’anno, durante la festa patronale). 

Il sentiero, quindi, prosegue in un ingannevole falsopiano inoltrandosi in una foresta di lecci, punteggiata dal rosso dei corbezzoli e adornata di un tappeto di foglie, lascito dell’autunno, che accarezza gentilmente i primi gradini della mulattiera mangiati dal tempo (Foto002). Fin qui, una gradevole passeggiata vista mare. Din-don, monito: vietato abbassare l’attenzione sugli scoscesi pendii liguri. In vista del paesino di Fossola, infatti, il sentiero si fa più ripido, scosceso ed esposto (tanto che il comune ha dovuto provvedere alla costruzione di una ringhiera atta a evitare brutti scherzi del destino). L’abitato è meraviglioso: un nucleo di piccole case instancabilmente aggrappate alla costa a testimonianza dell’amore degli abitanti per questo magico territorio (Foto003/004). Indugiato tra le abitazioni trasudanti un duro passato, ci inoltriamo nell’ampio e agile traverso che ci porterà direttamente all’imbocco della ‘Scala Grande’ di Monesteroli. Il tracciato è bellissimo e molto semplice: taglia a mezza costa, alternando ampi pianori a brevi saliscendi tra arditi terrazzamenti e muretti a secco (caratteristica del luogo) che offrono panorami difficilmente dimenticabili (Foto005).

 

 

Dopo un’ora di cammino, imboccato il Sentiero 536, ci siamo. Un cartello spiega: ‘La scala grande è un monumento alla fatica dell’uomo nello scosceso territorio di Tramonti. Un ripido percorso su un costone affilato sino alle ultime cantine nel caratteristico nucleo contadino’. Le gambe sono autorizzate a tremare di fronte alla citazione, la testa meno, gli occhi no. Si deve riflettere su quale sforzo abbia richiesto realizzare un’opera di questo genere: la vera fatica è il messaggio da cogliere tra le righe dell’informativa. I primi gradini della scalinata, comunque, sono abbastanza agevoli (per lo meno confronto a quelli che verranno in seguito), piuttosto larghi e non eccessivamente alti. Man mano che si scende, però, diventano sempre più alti e la scalinata, nel suo complesso, veramente ripida. Fermiamoci un secondo. Ora è possibile capire: sembra veramente che la scalinata dal cielo si tuffi in mare, e viceversa. Gradone, dopo gradone, la macchia mediterranea ai lati del costruito lascia spazio ai caratteristici tetti color rosso acceso del borgo di Monesteroli (Foto006/007/008/009/010/011).

Una quarantina di metri di dislivello ed un sentiero ai limiti dell’inagibilità ci dividono ancora dalle cristalline acque del Mar Ligure. Attenzione: chi non è ben allenato, soffra di vertigini o non abbia l’attrezzatura giusta deve accontentarsi della visita al borgo (Foto012/013).

Rinfrescati da un veloce bagno, ci rivestiamo in fretta e furia: la sera sta calando e non fa più tutto questo caldo (Foto014/015/016/017). La salita è roba importante: è evidente come il nostro personal trainer naturale abbia previsto per noi oggi il più difficile dei ‘leg day’. La ‘Scala Grande’ vista da sotto sembra un muro di pietra. E chiedere ad un contadino del luogo lumi sulla possibilità di tornare su in carrucola non sembra un’idea valida (Foto018/019/020). Quindi, gambe in spalla e fiatone al comando: si rientra!

Vorrei chiudere la descrizione del trekking di Monesteroli con le parole di Giancarlo Natale, storico e poeta innamorato di questo angolo di paradiso ligure e spezzino: 

“L’uomo ti costruì pietra su pietra, or ridiscendi al mar, non trattenuto da prometei umani incatenati. Pampini verdi ed acini infuocati, tra i sassi brulli di Tramonti ascoso, sono spenti ricordi inariditi.

Prende con man dolosa la natura ciò che fu tolto a lei nei tempi andati: scende e ruina poggio dopo poggio verso il bel mar che assale e che disgrega. L’antico leccio torna a sua dimora, verde selvaggio copre ormai la china là dove un dì vedevasi la vigna.

Il vecchio contadino si dispera: ode del padre il triste urlar nel vento quasi volesse esprimere il tormento per questa terra tanto amata e cara.”

Buona escursione. Daniele Izzo



Caratteristiche Tecniche:

  • Lunghezza: 4,5 km
  • Durata: 3h 15min
  • Dislivello totale: 600m
  • Difficoltà: E
  • Punto più basso: 5m
  • Punto più alto: 307m
  • Periodo Consigliato: Tutto l’anno

Tempi di percorrenza: 

Parcheggio – Fossola ? 15 min

Fossola – Scala Grande ? 1h

Scala Grande – mare ? 10min

Mare – Parcheggio ? 1h50min

Come arrivare?

In Macchina: Autostrada A15, uscita Santo Stefano di Magra: prendere raccordo autostradale in direzione La Spezia e seguire 'Viale Italia' fino all’incrocio con 'Viale Fieschi'. Percorrerlo fino a svoltare su Strada Litoranea n°370: dopo la Galleria Biassa il parcheggio si trova sulla sinistra. 

Mezzi Pubblici: non è possibile raggiungere esattamente lo start del trekking con i mezzi pubblici.

Dove parcheggiare? È possibile posteggiare gratuitamente nello spiazzo antistante l'ex caserma della Guardia Forestale.

 

Ed infine, CONSIGLI UTILI:

Approvvigionamento acqua: Non sono presenti fontane e/o punti di abbeveraggio lungo il tragitto. Munirsi di una buona dose d’acqua per affrontare, soprattutto, la ripida salita totalmente esposti al calore del sole.

Aree Attrezzate/Punti Ristoro: Data la complessità e la durezza nel territorio non sono presenti ne aree attrezzate ne punti ristoro.

Consiglio personale dell’autore: In questa zona dello spezzino gli ultimi tratti dei sentieri (quelli che portano direttamente al mare, per intenderci) sono spesso crollati e/o inagibili. Prestate attenzione e munitevi di necessaria attrezzatura nel caso in cui decidiate di affrontarli.

 

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