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La salita al Monte San Primo dai Piani del Tivano è un'escursione semplice, ma tra le più panoramiche di tutte le Prealpi intorno al lago di Como. Ed il trekking, durante i mesi invernali, con le pendici del Monte San Primo ricoperte di neve, è ancora più scenografico ed emozionante.

 

Trekking: dai Piani del Tivano al Monte San Primo, con la neve

 

Il Monte San Primo (1686 m s.l.m.) è la cima più alta del triangolo lariano. Come il Monte Generoso (leggi descrizione dell'escursione), è una cima senza altri rilievi più alti intorno. La vista, pertanto, spazia a 360 gradi, regalando un panorama davvero straordinario che vi descriveremo più avanti nell'articolo.

Anche d'inverno, la salita, tecnicamente, non è complicata. Comunque, non va sottovalutata (soprattutto, con traccia innevata), perchè l'incidente banale, per distrazione o imprudenza, è sempre possibile. Vi sono, comunque, diversi possibili itinerari di salita, che, utilmente, vi spiegheremo nell'articolo.

Per iniziare l'escursione, potete parcheggiare nell'ampio spiazzo nei pressi dell'Agriturismo Binda (valido punto di ristoro.....), come abbiamo fatto noi. Molti partono direttamente dalla Colma di Sormano, con percorso più lungo, ma con minor dislivello.

Fate quindi pochi metri lungo la SP44 in direzione Ovest, per poi svoltare a destra (Nord) ed imboccare una strada sterrata, in corrispondenza di una chiara segnaletica (sentiero n. 1 - vedi nostra slidegallery). La strada, quindi, risale una valletta boscosa, costeggiando un maneggio, ed alcuni edifici rurali, sino ad arrivare all'Alpetto di Torno (Rifugio, aperto d'estate, gestito dalla Comunità Montana), bel punto soleggiato, valido anche per un pic-nic, durante la bella stagione, o per godersi il tepore del sole, in inverno. La strada rimane sempre carrozzabile, e sale con pendenza per lo più graduale, fino all'alpe Spessola (1 ora circa di cammino), e poco prima incrocia il sentiero che arriva dalla Colma.

 

 

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Noi per accorciare il percorso, a quota 1200 metri circa (dopo 3,4 km dalla partenza), abbiamo abbandonato la traccia principale (che proseguiva verso SE), abbiamo svoltato con decisione verso NW, ed abbiamo seguito delle tracce che risalivano il pendio sotto l'alpe Spessola (vedi nostra traccia qui sotto). La pendenza graduale del percorso, quasi fino alla vetta del Monte San Primo, è l'elemento che lo rende davvero alla portata di tutti, anche delle famiglie con bambini piccoli, purchè abituati a camminare (anche se in inverno, poco prima delle vetta, richiede un po' più attenzione).

 

 

 

Cliccate qui, per i dati tecnici dell'escursione

 

All'Alpe Spessola, il panorama inizia ad aprirsi anche verso Nord, ed in particolare verso NE e verso il gruppo delle Grigne ed il Resegone, e sul ramo lecchese del lago di Como. Ecco, questa gita consente davvero di apprezzare lo sviluppo del lago di Como, in tutte le sue tre principali ramificazioni, a Nord ed a Sud.

Si segue, quindi, la carrozzabile che prosegue e sale verso Ovest, sotto la linea di cresta che culmina nel Monte San Primo. Si raggiunge, dopo altri 20 minuti, la bocchetta di Terrabiotta (e poco sotto l'Alpe omonima, altro bel punto esposto al sole dove fermarsi per rifocillarsi).

Dalla bocchetta, si può ammirare già una vista straordinaria sulla parte Nord del Lago di Como, con la punta di Bellagio, che divide i due rami meridionali (quello comasco e quello lecchese).

A completare la visione della distesa azzurra del lago, la cornice di monti intorno, che, in occasione, della nostra escursione (11 dicembre 2022), si presentava già carica di neve, a partire dai 1000 - 1200 metri di quota. Alla bocchetta, arrivano anche i sentieri che partono dalla località San Primo, in Comune di Bellagio, raggiungibile dal Passo del Ghisallo.

Dalla bocchetta, vi sono quindi due possibili itinerari di salita per raggiungere la vetta del Monte San Primo.

Una prima opzione consiste nel seguire il filo di cresta, da qui alla vetta del San Primo. Dalla Bocchetta, in tal caso, dovete abbandonare la traccia principale che prosegue a sinistra e verso SW, ed puntare in ripida salita in direzione degli impianti sciistici (skilift) che si vedono dalla bocchetta.

 

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Da qui, si segue la traccia sulla cresta che raggiunge, con un continuo saliscendendi, la cima del San Primo. Il percorso è molto panoramico, non è pericoloso, ma può essere esposto al vento, se ce n'è.

Alternativamente, proseguite sul sentiero principale che aggira la cresta da Sud, esposto al sole, ed al riparo dal vento (piacevole in inverno). Questa traccia rimane ampia, quasi una carrozzabile, e continua a salire con pendenza modesta. E' ideale con bambini al seguito (stando solo attenti al versante ripido a sud, a valle del sentiero). Tra l'altro, questa traccia consente di ammirare il panorama verso Sud, che comunque non è da sottovalutare, e che comprende la prima linea di creste prealpine (Monte Palanzone, Monte Bollettone), che dominano la pianura; la pianura padana, immersa in genere nella foschia; gli Appennini sullo sfondo (se c'è buona visibilità); ed in fondo ad Ovest, le Alpi Marittime, con l'inconfondibile cuspide del Monviso.

Noi abbiamo inizialmente seguito questa traccia che continua a salire (salvo un breve tratto in discesa) e raggiunge il filo di cresta 600 metri prima della vetta del San Primo. In realtà, dopo 6,3 km (a 1520 metri circa s.l.m.), tornando per un attimo indietro, noi abbiamo seguito una traccia che si origina sulla destra del sentiero principale e si inerpica su per il pendio per raggiungere prima il filo di cresta. Non vi consigliamo questa deviazione, soprattutto con bambini, in quanto si può scivolare, ed è più faticosa.

L'ultimo tratto del sentiero, che comunque segue la cresta, è un po' ripido (e praticamente è il solo con pendenza accentuata). In salita, anche con la neve, non presenta particolari problemi. Siate comunque prudenti.

Dopo circa 1 ora dalla Bocchetta di Terrabiotta, si raggiunge la vetta del Monte San Primo (2 h e 10 circa e 9 km, complessivi, dai Piani del Tivano). Ed è uno spettacolo! Alle viste già descritte, si aggiunge quella del Monte Rosa e del Cervino, delle Alpi Svizzere, delle cime delle Prealpi della sponda comasca del Lago (Colmegnone, Monte di Tremezzo, Pizzo di Gino), del Legnone e del Pizzo dei Tre Signori, sopra Colico; del bacino settentrionale del Lago di Como, ancora più ampio, di cui si riconoscono le località principali (Varenna, Dervio, Menaggio), ed anche la Penisola di Lenno, con Villa Balbianello, sul ramo comasco, sotto di noi. Che meraviglia!

E la vetta del San Primo è area; sembra di stare su un aliante. La croce metallica di vetta ne caratterizza la sommità, insieme ad alcune antenne, e ad un ricovero dei vigili del fuoco. Verso Sud Ovest, si vede anche il ramo del lago di Como, in corrispondenza di Torno, e Cernobbio. La scena, ora, è davvero completa.

Dopo aver contemplato a dovere lo spettacolo, ed essersi rifocillati, è tempo di pensare alla discesa. Io ho portato dietro i ramponcini della Camp (leggi recensione) e li ho indossati. Li consiglio vivamente d'inverno, e sopratutto in discesa. Il primo tratto è ripido e scivoloso, anche se non è ghiacciato. Poi, li ho tenuti quasi fino all'Alpetto di Torno, per scendere più rapidamente, in tempo per un impegno familiare.

Durante la discesa, verso le 16,00, ho incrociato diversi gruppi di ragazzi che salivano verso le cima del San Primo. Probabilmente, salivano a godersi il tramonto in vetta, per poi scendere nel buio, con le torce. Ed anche questa è un'esperienza che andrebbe messa in programma.

In circa 1 ora e mezza, ripercorrendo il sentiero di salita sono tornato al parcheggio.

Buona passeggiata. Fabio

Qui sotto la slidegallery dell'escursione.

 

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