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Giornata di maestrale fotonico fino a 40 nodi, il 10 febbraio 2016 sulla costa toscana. Noi siamo andati alla scoperta dello spot di Vada, poco a sud di Livorno. Abbiamo raccolto delle utili esperienze, soprattutto sui materiali.

Era da tempo che seguivo le previsioni meteo per la Toscana, per cogliere l’occasione di andare a scoprire anche gli spot di questa zona, ancora raggiungibile per sessioni in giornata da Monza dove risiedo (anche se non è una passeggiata....). Non è facile azzeccare la giornata giusta, venendo da lontano. In Toscana, il Libeccio è sempre un po’ a rischio: spesso Corsica e Sardegna coprono il litorale toscano, ed allora meglio andare in Liguria. Lo scirocco, spesso, porta nuvole, e pioggia, ed il sottoscritto non ama surfare sotto la pioggia (ma prima o poi verrò a provare anche lo scirocco da queste parti). Così, quando ho visto le previsioni di Maestrale con sole, per mercoledì, non ci ho pensato troppo, e sono andato alla scoperta di quei lidi.

 

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Le previsioni davano 50 nodi e passa per la notte tra martedì e mercoledì, 40 nodi nella mattina di mercoledì, e poi calo sui 20-25 nodi nel pomeriggio. In realtà, da quando sono arrivato sullo spot alle 12, a quando me ne sono andato alle 17,30, il vento non ha mai mollato, ed è sempre rimasto sui 30 nodi medi abbondanti, con raffiche frequenti sui 40.

Dopo aver letto alcune recensioni dello spot di Vada (per una recensione personale dettagliata, leggete qui), ho deciso di puntare su Pietrabianca beach, anche confortato dalle indicazioni di Matteo, local di Castelfiorentino. Come confermato poi sullo spot anche da altri surfisti del posto, a Lillatro (zona Nord), le condizioni d’onda avrebbero reso l’ingresso in acqua impossibile, così come a Spiagge Bianche. L’alternativa sarebbe stata uscire a Vada Centro (detta anche alla Barcaccina), con onda più ragionevole.

 

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Arrivato sullo spot, le condizioni che mi si sono presentate davanti sono apparse subito notevoli (come dimostrato dalle foto): come detto, vento teso (ma non è la prima volta che affronto i 40 nodi….quante volte a Hyeres!), e mare veramente grosso. Il vento è risultato quasi on-shore sullo spot, con alcuni salti più da Nord sulle raffiche, con orientamento leggermente side-on. Onda parallela alla costa, e quindi perpendicolare alla direzione del vento (non il massimo…), piuttosto disordinata, ma contenuta entro il metro (quasi un chop), con tratti anche di mare spianato, nei primi 200 metri dalla costa. Infatti, il fondale a Pietrasanta beach rimane basso per molto (con secche e punti dove si tocca anche a 100 m da riva), e l’onda (che al largo deve essere stata veramente enorme), rompe molto fuori. Solo in qualche tratto dello spot, anche vicino a riva, qualche cavallone più ripido, frangente, di un metro e mezzo.

A Pietrabianca beach, si surfa tra il pontile della Solvay a sud, ed la punta dove sorge la struttura del Centro Vada Windsurf (chiuso in questa stagione).

Dopo aver parcheggiato sulla strada (via di Pietrabianca), comoda per l’ingresso in acqua allo spot, in attesa dell’arrivo di Matteo, ho iniziato a chiedere informazioni ai locals. In particolare, vedendo un grosso blocco di cemento vicino al bagnasciuga, ho chiesto se ve ne fossero altri. Me ne sono stati segnalati alcuni sommersi, soprattutto verso il pontile a sud dello spot.

 

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Esplorati anche gli spot vicini (Spiagge Bianche e Vada centro), ricavando la conferma che oggi il punto migliore per l’uscita è Pietrabianca, metto sotto i denti qualcosa. Fuori ci sono già diversi surfisti in acqua. Lo spot non è affollato; saremo una decina. In particolare, noto un rider veramente bravo con tavola e vela goya. Ha una 3,7…. Già, questo sarà un problema, io non ho di meno di una 4.2. Inizio ad armare. Oggi voglio verificare il consiglio di un amico, secondo cui con la RRD firewave 102 LTD che ho preso da poco, posso anche gestire il vento forte. Lo setto non con le pinne di serie, ma con le K4 (centrale 14, laterali 12). Metto la centrale un po’ avanti per bolinare, le laterali asimmetriche in mezzo. Esperimenti… per capire ed imparare (in realtà le indicazioni del precedente proprietario sarebbero leggermente diverse, ma vediamo). Prudentemente, armo anche il Tabou 3S 86 single fin (22 cm). Come detto, vela Ezzy Tiger 4.2.

Matteo ha con sé un 75 litri ed un 92 litri. Anche lui arma una North Sail 4,2, non avendo nulla di più piccolo.

 

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Poco dopo le 14, entro in acqua. I primi bordi sono di esplorazione dello spot. Parto come tutti, mure a sinistra, passando sopravento il blocco di cemento, e dirigendo verso la struttura del Centro Windsurf Vada.

La prima cosa che mi stupisce è che la tavola pur con le pinne più piccole rispetto a quelle di serie, ha più grip di quello che credevo. La zona nei pressi del Centro Windsurf Vada è caratterizzata da mare un po’ più piatto del resto, per via del fondale piuttosto basso. È una garanzia rispetto alle temibili scogliere sotto vento, difficili da raggiungere in caso di problemi, in quanto si possono mettere giù i piedi. La zona vicina al Centro Windsurf Vada è quella dove tutti vengono a strambare e manovrare (alcuni escono dallo scivolo lì presente).

 

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I bordi verso il pontile a sud sono quelli dove (complice il vento leggermente da NW), si riesce ad uscire bene portandosi al largo. Dopo un tratto di mare piatto, vicino al pontile, per via di alcune secche, si alzano alcuni cavalloni frangenti (comunque, ragionevoli). Come dicono anche i locals, l’onda di oggi, non è godibilissima. Oltre ad essere disordinata, la direzione del vento, rende difficile saltarla o surfarla, potendo tirare bordi per lo più ad essa paralleli.

Il vento è veramente violento in alcuni momenti, e la 4,2, per me (70 kg), è veramente troppo. L’ho regolata da vento medio, visto che windfinder lo dà in calo….., ma sulle botte anche con la vela aperta, sono poco in controllo. Inizio a pensare di aver bisogno di una 3.7, per queste situazioni….

 

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La 102 non mi da delle belle sensazioni in queste condizioni. Premetto, che non sono un drago, ma, forse anche perché per me è ancora una tavola nuova, come il 10 gennaio ad Andora (anche lì ero sovrainvelato), faccio fatica a trovare un equilibrio tra l’andare troppo all’orza, e troppo alla poggia, nel bordeggio. E quando si va troppo alla poggia, sulle raffiche, son dolori…. perché le accelerazioni sono impressionanti….. Vado a strambare, e per sventare molto, mi viene quasi una lay down jibe…. quasi…..

Dopo un’ora abbondante di battaglia, rientro per riposarmi, e perché voglio provare la 86.

Matteo è uscito con la 75 litri. Anche lui ha il suo bel daffare. Lo riprendo al largo in un bel salto (vedi video). E’ a piedi nudi, senza guanti, ed anche senza copricapo in neoprene….! Ed, infatti, ha freddo!

 

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Alle 15.45 rientro in acqua con la 86. La sensazione è subito molto positiva: tavola molto più manovrabile nel bordeggio, più equilibrata, e che mi consente anche di gestire meglio l’onda. Sento meno la sovrainvelatura (devo dire anche che, prima di entrare in acqua, ho cazzato caricabasso e bugna, sventando e smagrendo la vela). In uscita verso il pontile, su qualche onda più ripida, piazzo anche qualche bel salto in controllo (allenamento per Tenerife ad aprile….). Anche nella partenza dall’acqua, la tavola piccola è un po’ più facile da gestire. Poggiando, la tavola piccola sembra meno brusca, e parte più gradualmente, acquisendo anche meno top speed. Sono più in controllo. Mi diverto, è il meglio dell’uscita, anche se rimango sovrainvelato. Io ho le mie idee, ma mi piacerebbe riceve le vostre opinioni sul perchè la tavola piccola gestisce meglio le onde, e soprattutto il vento forte, e la sovrainvelatura. Postate la vostra opinione nei commenti a fine articolo. 

Nei bordi verso il Centro Vada windsurf, sbaglio l’approccio su qualche onda: invece di assecondarla, poggiando e scendendo da essa (temo, un po’, in realtà le scogliere sotto vento), cerco di risalirla, ma perdo velocità, e, non sempre riesco a superarla completamente. Comunque, evito la frullata, visto che l’onda prosegue oltre di me.

Dopo mezz’ora, affiora la fatica della giornata, ed inizio a fare qualche cavolata di troppo….E’ il momento di rientrare.

 

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In conclusione, è stata una giornata positiva, dove sarebbe servita più esperienza, ed attrezzatura più adatta (vela più piccola). Lo spot è valido e sicuro in queste condizioni, anche se non è al livello della mitica Hyeres.

Parto dallo spot alle 17,30, dopo aver salutato Matteo, e dopo tre ore sono di nuovo a Monza (Milano, questa volta, mi lascia passare quasi indenne).

Aloha, Fabio Muriano

 

 

Se altri, presenti sullo spot, volessero condividere (qui sotto nei commenti) le proprie impressioni sulla sessione (anche negative) o altri suggerimenti sugli spot della zona, ci farebbe solo piacere.

 

 

Per le foto in alta risoluzione della sessione, cliccate qui.

 

 

Mandateci i report (anche brevi) delle vostre uscite con foto e video. Li pubblicheremo su Waterwind, per condividerli con tutti!

 

 

Video della giornata

 

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