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Il nostro Windfestival 2017 è stato soprattutto un incontro di persone..... come del resto, in parte, anche il nostro modo di approcciare il windsurf. Abbiamo passato quasi tutta la giornata a chiacchierare, e forse abbiamo prestato poca attenzione all'attrezzatura, ma alcuni incontri fatti, in particolare, sono stati veramente piacevoli.

 

Windfestival 2017

Dopo un piccolo disguido al momento del ritrovo....., io, Max, Michele e Nicola siamo partiti da Milano verso le 9,30 alla volta di Diano Marina. Già in macchina i discorsi sono risultati animati, spaziando dalle sorti del nostro bel paese, a tematiche, ovviamente, legate al windsurf: un veterano come Nicola Zmijalak a bordo, è in grado di allietarti con racconti che ti riportano alle sessioni a Hyeres o in Sardegna di alcune decine di anni fa, ma anche con approfondimenti sui materiali più recenti.

Arrivati a Diano, appena messo piede in spiaggia, ci siamo immersi nella manifestazione organizzata sempre con tanta passione da Walter Scotto, ed è iniziata la lunga chiacchiera...... Ho incontrato alcune persone con cui avevo appuntamento, altre ne ho incontrate e conosciute per caso, molte altre ne avrei volute conoscere, ma purtroppo non c'è stato tempo per tutti....

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In primo luogo, ho finalmente avuto l'occasione di incontrare Lorenzo Beltrani di Windcam.it, insieme a Walter Bolognesi. La sovrapposizione solo parziale degli spot frequentati mi aveva finora impedito di beccarlo di persona. E' stata l'occasione di scambiarci le nostre reciproche esperienze di appassionati di windsurf, nonché di gestori di siti internet sul tema (Lorenzo gestisce Windcam da circa 15 anni), e di fare anche due chiacchiere sui materiali (a lui devo il consiglio della tavola wave che utilizzo attualmente) e sugli spot toscani, che il suo gruppo frequenta attualmente. Ci siamo lasciati, con la voglia quanto prima di poter surfare a Sottomarina con una bella botta di Bora.

En passant, ho beccato anche Ezio Papalia di RiwMag.com, molto indaffarato a preparare una dettagliata cronaca dell'evento (lui si che è serio), e che ho ringraziato per tutte le dritte che mi aveva dato su Cannes (lui è di Torino, ma si è trasferito da tempo ad Antibes, e Cannes è il suo home spot). Ovviamente, ne ho approfittato per chiedere qualche altra dritta su come lavora Cannes con il maestrale.... Con lui Gino Tumbarello, noto fotografo di Albenga, sempre molto disponibile nel darci qualche consiglio sull'attrezzatura fotografica e sull'editing delle foto, con cui immortaliamo le nostre sessioni.

Abbiamo fatto visita agli amici di Nonsolomute di Valmadrera, rivenditori di Sailloft e Patrick, presenti con vele e tavole 2018, ed allo stand di Simmer Italia dove abbiamo fatto due chiacchiere con Claudio Bertagna, distributore per l'Italia, in vista di future collaborazioni con il nostro sito.

 

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A pranzo, abbiamo avuto l'onore di avere al nostro tavolo Gigi Le Carro Colombo, ed, anche qui abbiamo colto l'occasione per spremerlo per bene, sfruttando la sua conoscenza degli spot in giro per il mondo. Ci ha raccontato di quanto sia ancora bella Jericoacora, in Brasile, della qualità delle condizioni dell'Oman, di quanto sia avventuroso arrivare a Punta San Carlos, in Messico, nella bassa California, di quanto in Sud Africa le condizioni possano essere più o meno impegnative a seconda degli spot e delle giornate, ed, infine, di quanto siano pericolose le Mauritius, per via delle correnti che fuoriescono potenti al di fuori della laguna interna al reef.

 

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Nel pomeriggio, abbiamo finalmente incontrato Max Rinaldi di Genova, nostro collaboratore, e con il quale abbiamo alcuni lavori in programma, e Walter Giusti ed i suoi soci di Jeri250, noto centro e scuola di windsurf a Jericoacoara, con il quale abbiamo gettato le basi per il nostro viaggio in Brasile del prossimo anno.

Dulcis in fundo, abbiamo incontrato Danilo Lanteri, noto costruttore di Tavole e Pinne custom, di cui, a breve, ospiteremo alcuni contributi.

Il racconto di Danilo sulla sua storia di come ha imparato a fare windsurf, costruendosi personalmente molte delle tavole su cui è salito, è stato veramente interessante ed avvincente, ed ha suscitato il nostro stupore (per noi impensabile oggi l'idea di uscire dovendo affrontare frequenti rotture dei materiali), ma, soprattutto, la nostra invidia per un'epoca forse irripetibile, ma al cui spirito dovremmo cercare di tornare (meno fisse per l'attrezzatura, e più spensieratezza?). Ci ha affascinato, infatti, pensare al modo di vivere il windsurf all'epoca, in cui si sperimentava e si scopriva di continuo, sia per quanto riguarda i materiali che per quanto riguarda le manovre.

Il racconto (ma magari un giorno Danilo ve lo riferirà di persona su queste pagine....) è partito dalla fine degli anni '70, e dalle prime tavole classe windsurfer. All'epoca ogni nuova tavola da windsurf che compariva in mare o sui laghi era una sorta di UFO, che suscitava allo stesso tempo grande curiosità, ed un po' di avversione. Ma poi è prevalsa la curiosità...., i materiali sono via via migliorati, e con essi il divertimento. Le manovre erano un miraggio: si propagava la notizia che qualcuno (magari, nella vicina Francia) era stato visto eseguire per la prima volta una Duck Jibe, o un 360, e questa diventava subito il sogno proibito (manco fosse Brigitte Bardot), salvo poi conquistarla (la manovra) da autodidatta, a prezzo di infinite sessioni di prova. Mitico il racconto di come Danilo ha imparato la Waterstart, in condizioni, per noi, forse oggi psicologicamente impensabili: essendo per la prima volta passato ad una tavola corta (2,70 m....), dopo aver studiato la manovra a memoria su una rivista francese dell'epoca, l'ha eseguita ad 1 km al largo della costa ligure, impiegandoci una quindicina di minuti! Waterstart o morte!

Alla prossima. Fabio Muriano

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