La salita alla Cima d'Oro da Mezzolago, in val di Ledro (Trentino), è un'escursione che vi consente di raggiungere un balcone panoramico straordinario sul lago di Ledro, su quello di Garda e sulle montagne intorno, e, durante la discesa, vi fa percorrere l'emozionante sentiero austro-ungarico, con le trincee della prima guerra mondiale.
Trekking: Cima d'Oro da Mezzolago, Val di Ledro, Trentino
La Val di Ledro mi sta conquistando sempre di più. Già il colore verde smeraldo delle acque del lago stupisce chiunque arrivi qui la prima volta. Anche nei periodi estivi più affollati, le rive del lago conservano alcuni angoli tranquilli dove gustarsi la bellezza dello scenario, e dove rilassarsi al fresco. Le attività possibili sono tante e non tutte legate alla presenza dello specchio d'acqua. I monti intorno non vanno sottovalutati, perchè offrono escursioni veramente panoramiche, in ambienti ancora ben conservati, e per tutti i livelli. E sulle montagne, da queste parti, è passata la Storia.... e le trincee e le fortificazioni della prima guerra mondiale sono lì a raccontarcela.
La Cima d'Oro è un rilievo posto sopra Mezzolago, uno dei comuni del Lago. Di per sè la cima non è molto significativa. Ma la sua posizione, e l'assenza di altri rilievi intorno per buona parte dell'orizzonte, danno l'impressione di essere come una delle rondini, che volteggiano intorno alla sua cima. Basti dire che dalla sua vetta, è possibile ammirare contemporaneamente il Lago di Ledro, ed il Lago di Garda, anche nella sua porzione più meridionale (vedi nostra slidegallery).
L'itinerario di salita qui proprosto parte da Mezzolago. Per raggiungere il punto di partenza, lasciata la SS240 che segue la sponda Nord del lago di Ledro, una volta raggiunto l'abitato di Mezzolago, s'imbocca via San Michele, che poi diventa via Dromaé. Verso la fine della strada asfaltata, ci sono diverse possibilità di parcheggio, ma conviene percorrere questa strada fino in fondo, svoltare a destra (Est) alla fine del tratto asfaltato che punta verso Nord, per parcheggiare in uno spiazzo sterrato dove noi abbiamo lasciato la macchina (850 metri s.l.m., vedi mappa qui sotto). Vale la pena, infatti, guadagnare quota, perchè il dislivello da coprire durante l'itinerario non sarà banale.
Parcheggiata la macchina, s'imbocca quindi il sentiero 453, inizialmente una carrareccia, che poi diventa un sentiero. Si potrebbe prendere anche la carrozzabile che prosegue, sempre verso Est, poco più in basso, e con pendenza meno accentuata, ma la prima parte del percorso, così facendo, sarebbe ben più lunga.
Invece, noi ingraniamo la quarta, o meglio la prima ridotta... ed iniziamo a salire, nel bosco. Questa prima parte dell'itinerario richiede pazienza. Il sentiero attacca subito con pendenza accentuata, e non dà nemmeno il tempo di scaldare un po' le gambe. Prendete il vostro ritmo e procedete. Per fortuna, il sentiero si sviluppa in un bellissimo bosco di abeti rossi e larici, e di faggi, che regalano, anche d'estate, un po' di frescura.
Clicca qui, per i dati tecnici dell'itinerario.
Si procede per circa 45 minuti, fino a quando il sentiero 453 sbuca sulla carrozzabile (la stessa che sale a destra, al bivio del parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina). Tirate il fiato, bevete, e rifocillatevi. Si iniziano a vedere le montagne sopra le nostre teste, ed il lago di Ledro sottostante, che da qui appariranno in una visuale sempre più aperta, man mano che si supera la quota raggiunta dal bosco.
Si seque, quindi, la carrozzabile per un po', passando prima poco sotto ai Fienili di Dromaé, e poi alla Malga Dromaé (poco dopo i fienili, un sentiero segnalato, a destra della strada, consente di raggiungere la Malga più rapidamente, anche se la traccia non è sempre così evidente). Se percorrete la strada, in realtà, poco prima di arrivare alla Malga, avete già la traccia che sale il pendio a Nord per prati e conduce alla Bocchetta di Dromaé (1650 metri, 1,5 ore circa, dalla partenza). Questa è la traccia che noi abbiamo imboccato comunque, anche dopo essere passati prima dalla Malga. La traccia non è sempre evidente, e non ci sono particolari cartelli segnaletici, ma comunque non è difficile da individuare e seguire.
Raggiunta la Bocchetta di Dromaé, la vista si apre non solo sulla Val di Ledro a Sud, ma anche sui monti a Nord, ed in particolare sulla piana dove giaciono Arco di Trento, e Riva del Garda. Da qui, si può proseguire seguendo per un tratto il sentiero 413 (itinerario Brenta-Garda), oppure si può seguire la cresta che si sviluppa verso Sud Est, e conduce fino alla Cima d'Oro, che è il rilievo più alto della cresta, che si intravede a Sud. Percorrendo la cresta, si iniziano a vedere i resti di alcune trincee e fortificazioni austro-ungariche della prima guerra mondiale. Dalla Cima d'Oro, in poi, le trincee e le forticazioni, si svilupperanno parallele o coincidenti con il sentiero percorso.
Dopo una ventina di minuti di cammino in cresta, si raggiunge quindi la Cima (1808 metri, 2 ore circa dalla partenza), come già detto, non particolarmente appariscente, e contrassegnata unicamente da un cumulo di pietre, in cui è conficcata una piccola croce in legno. Ma la vista da qui vi ripagherà ampiamente per la fatica della salita.
Dalla cima, come anticipato, avrete una vista spettacolare e piena su tutto il Lago di Ledro, ed ora finalmente anche sul lago di Garda! La cresta che conduce alla Cima Parì (altra bella possibile escursione), a Nord del lago, si staglia e domina la scena ad Ovest.
In occasione della nostra salita, non abbiamo avuto la possibilità di verificarlo per la presenza di nubi all'orizzonte, ma si racconta che da qui sia possibile ammirare anche l'Adamello, e le Dolomiti di Brenta, verso Nord Ovest.
Una pausa è d'obbligo prima di affrontare la bellissima (anche se ripida discesa).
Per scendere, si percorre quindi la cresta Sud Ovest che dalla cima scende verso il lago, e segue le trincee che si sviluppano ininterrotte. Impossibile non pensare ai tanti ragazzi che su queste montagne sono morti giovani, da ambo le parti, senza un vero motivo... Per coloro che sono interessati alla storia del fronte e delle battaglie su queste cime, invito a cliccare su questo link.
La cresta conduce alla Croce dell'Osservatorio di Cima d'Oro, un balcone panoramico eccezionale con vista sul lago di Ledro. Lasciate un pensiero nel diario, posto nella cassetta attaccata alla croce, e preparatevi a scendere i primi gradini, scavati nella roccia, del sentiero austro-ungarico, che parte da qui e che vi regalerà emozioni particolari.
Il sentiero da qui perde quota molto ripidamente e richiede un po' di attenzione, non perchè vi siano particolari pericoli, ma perchè il rischio di scivolare o inciampare maldestramente è sempre dietro l'angolo. Personalmente, sconsiglio di fare l'itinerario in senso inverso, affrontando in salita questa parte per prima, proprio per evitare di salire questa faticosa serie di scalini. Ma se siete giovani, o comunque allenati, magari la cosa fa per voi. A voi la scelta.
Il sentiero porta rapidamente ad una prima chicca del percorso di discesa: la scalinata in roccia, all'interno di una galleria, scavata dagli austriaci, tra le postazioni fortificate. La Galleria non è lunga, e non è indispensabile una torcia (almeno se fuori c'è il sole), ma richiede attenzione per non scivolare, e nella parte inferiore è piuttosto bassa (attenti alla testa). Volendo, può essere aggirata, mantenendosi ad Est.
L'ulteriore discesa è un susseguirsi di ricoveri scavati nella roccia (all'interno dei quali per me è stato impossibile non dare una sbirciata), postazioni di tiro, ed altre trincee. Seguendo il sentiero austro-ungarico, e le indicazioni per Mezzolago, si sbuca quindi di nuovo sulla carrozzabile sterrata (quota 1380 metri circa), che porta ai fienili di Dromaé. Svolta a sinistra (ovest), si raggiunge subito uno spiazzo panoramico, con un tavolo in legno per una sosta (ed ancora un bel punto di osservazione sul Lago di Ledro). Proseguendo da questa parte, si ritorna al parcheggio con un percorso lungo, ma con minore pendenza. Imboccando la sterrata a destra (Est), come abbiamo fatto noi, si ritorna al punto dove il sentiero 453 si congiunge a questa strada, poco sotto ai Fienili di Dromaé.
Si percorre quindi lo stesso sentiero nel bosco fatto all'andata, con i muscoli e le ginocchia, messi un po' a dura prova, e dopo due ore circa dalla Cima (soste escluse), ritornerete al parcheggio dove avete lasciato la macchina, probabilmente stanchi, ma sicuramente soddisfatti!
Buona passeggiata. Fabio Muriano
Clicca qui, per la slidegallery completa dell'escursione.
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