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Il 31 maggio 2014, sul lago di Como, sarà una data da ricordare per gli amanti degli sport acquatici. Quando l'anemometro del Lumin (a Cremia), alle 8 di mattina, segna già 12 nodi da Sud, capisco che sarà una gran giornata... Io sono uscito in Laser 4000 con il mio compagno di equipaggio Lorenzo ....

 

 

Uscita in Laser 4000, sul lago di Como

Fabio al timone, in Laser 4000

Alle 11 i nodi da Sud diventano 26 (nel pomeriggio arriverà a 30 di punta), a conferma che avremo la tipica giornata di vento da Sud sul lago, non una Breva (brezza termica), ma un est in pianura padana (nato come Bora da Nord Est a Trieste), che si infila lungo i laghi prealpini, raggiungendo tranquillamente velocità superiori ai 20 nodi. Godimento assicurato....! Anche sul Garda, sabato ha fatto un Sud sui 25 nodi.

Arrivo verso le 14 al mio circolo di vela Orza Minore, a Dervio, faccio uno spuntino veloce, e poi inizio ad armare in attesa di Lorenzo. Quando la barca è a buon punto, mi rendo conto con orrore di aver dimenticato a casa la muta! Non si può sprecare una giornata così! Il vento è già teso ed il lago spumeggia!!!

Telefono a Lorenzo, che mi conferma di potermene prestare una sua.

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Quando arriva Lorenzo, finiamo di mettere a punto la barca, e, soprattutto, cerchiamo di settare una regolazione adatta alla giornata, individuando un rake adeguato alla situazione.

Usciamo verso le 15,30, tribolando non poco per uscire dallo scivolo del circolo. Il vento arriva proprio in faccia, e, tra l'invito dello scivolo stretto in mezzo agli scogli, e la linea di boe laterali, non abbiamo spazio per poggiare. La barca in partenza rallenta subito, anche per le onde di prua, e non riesce ad uscire dalle boe. Ripetiamo la manovra tre volte, fino a quando, sistemato anche meglio il timone, ed aiutati da un altro ragazzo che ci tiene la barca per la prua e ci dà poi una spinta, riusciamo a prendere il largo.

Lorenzo al trapezio in Laser 4000

Davanti a Bellano, e tra Bellano e Varenna prendiamo il vento migliore, che scende da Sud Est dalla Valsassina, o arriva addosso a noi dopo aver preso velocità lungo tutto il ramo lecchese del lago. Si viaggia alla grande. Abbiamo il gps, che di bolina non scende mai sotto i 10 nodi.

A terra ho misurato 14 nodi prima di partire, così abbiamo settato il rake per venti nodi (prevedendo che in centro lago fosse un po' di più che a terra). In realtà, in acqua stimiamo un 25 nodi, ed anche qualcosina di più sulle raffiche. Leggera sovrainvelatura. Lasco il vang, per svergolare in balumina, e cazzo il cunningham a ferro.

Risaliamo fino a Villa Gaeta, poco a Nord di Menaggio.

Poi, tiriamo fuori lo "zio", come affettuosamente chiamiamo il jennaker, e, qui, comincia la libidine...

Le raffiche si fanno sentire, e, sospingono la barca, che, nei momenti migliori, si solleva quasi completamente e plana con la sola poppa in acqua. L'esperienza ci aiuta a portare la barca al meglio in queste condizioni, cercando di mantenere lo scafo piatto, per fare la massima velocità. Fa un certo effetto vedere un bolide di oltre 100 kg, una sorta di grosso windsurf, in queste condizioni.

Poi, arriva il momento della verità: dobbiamo strambare. E' la prima uscita dell'anno, e, quindi, l'allenamento non è al top. Possiamo contare solo sulla nostra esperienza. Per strambare in queste condizioni, è fondamentale rimanere veloci, e far passare la randa quando il vento apparente addosso è quasi nullo. Altrimenti, se prevale il vento forte reale, che viene da poppa, la straorza, prima o dopo la stramba, è quasi sicura.

Dico a Lorenzo di prepararsi a rientrare, e, quando è dentro in pozzetto, penso solo a quello che devo fare io (quasi dimenticandomi del mio prodiere). Per manovrare bene con barche simili, è fondamentale che ogni membro dell'equipaggio faccia, e bene, la sua parte. Mi alzo in piedi, afferro il paranco della scotta di randa (che ho lascato solo un po'), e, quando colgo il momento del vento addosso quasi nullo, faccio passare di là la randa. Quando il vento apparente è quasi nullo, in realtà, la randa passa facilmente senza grande sforzo. Quando ci si rende conto che bisogna tirare con forza il paranco della scotta di randa, normalmente vuol dire che si è aspettato troppo....

Strambata perfetta, ed è la prima della stagione!! Ci ritroviamo sulle nuove mure, tranquilli. Lorenzo può recuperare bene il jennaker, mettere a segno il fiocco ed uscire al trapezio sul nuovo bordo. Facendo molta velocità, riusciamo a tenere la barca molto poggiata rispetto al vento reale (l'apparente in queste condizioni, viene, comunque, molto da prua!), e così ci ritroviamo nel bordo, mure a dritta in particolare, con le onde che vengono quasi da poppa. In queste condizioni, si fanno delle cavalcate pazzesche, in cui bisogna superare l'onda in velocità, e poi surfarla e scendere da essa, accelerando e raggiungendo la top speed. Tocchiamo i 15,7 nodi!

In un batter d'occhio, siamo di nuovo davanti al nostro circolo. Ammainiamo, ed anche questa manovra ci riesce al meglio, nonostante l'onda e qualche ingavonata, dovuta al rallentamento, ed ai pesi inevitabilmente più a prua, tentino di farci perdere l'equilibrio. Sono quasi le 17. Altro giro, altra corsa. Poi ci prepariamo a rientrare.

Ragioniamo sulla manovra, perché l'ingresso allo scivolo è sempre stretto, ed in poppa piena!

Rientriamo mure a dritta. Lorenzo libera la deriva (che sul Laser 4000 è a baionetta, non basculante, purtroppo ....) dall'elastico di sicurezza. Gli dico di tirarne su solo metà, in corrispondenza della prima boa della linea che delimita l'ingresso allo scivolo, e gli dico che dovrà scendere solo quando la barca sarà con il vento di nuovo in prua, quasi ferma, e non ancora in velocità. Passata la boa, aspetto ancora una frazione di secondo per far salire il fondale, ed inizio ad orzare con decisione, "derapando" con poca deriva. Quando la barca è con la prua al vento, Lorenzo, come previsto, scende e la tiene ferma per la prua. Finisco di tirare via la deriva, e sollevo il timone, di cui, prima, avevo liberato la cimetta che serve per tenerlo giù. Manovra di rientro riuscita alla grande!

Moglie e figlie mi aspettano a terra.

Lorenzo e Fabio a fine giornata, dopo l'uscita in Laser 4000

Tiriamo la barca fuori dall'acqua con il carrellino. Foto ricordo del gran giorno, doccia, racconti di fine giornata con altri velisti del circolo, e poi pizzata e vongolata insieme finale.

E, come dice lui, Lorenzo "va a letto con il sorriso".

Aloha, Fabio Muriano.

 

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Qui sotto il video della giornata. In alcuni momenti è un po' mosso, perché non è così semplice filmare, e timonare sotto 25 nodi rafficati di vento, cercando di non scuffiare....

 

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