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Guardavo da tempo la cima del Sassongher, durante le mie vacanze con la famiglia in Val Badia. Finalmente, ho trovato modo di salire questa vetta delle Dolomiti, relativamente facile, ma da cui si gode un panorama eccezionale.

 

Trekking: Sassongher (2.665 m. s.l.m), Val Badia, Dolomiti

 

Il Sassongher, visto da Corvara, appare come un monolite di roccia svettante e strapiombante sopra la valle. In realtà, la sua forma complessiva non è così torreggiante; sicuramente, la sua cima è aerea ed estremamente panoramica non essendovi altre vette elevate nelle immediate vicinanze. Si può salire in vetta partendo da Colfosco, eventualmente facilitando l'ascensione con la seggiovia che porta al Col Pradat, dove sorge l'omonimo rifugio; oppure, si può salire, come ho fatto io, partendo da La Villa, e più precisamente dalla stazione di monte della seggiovia Gardenaccia. In quest'ultimo caso, considerate che la salita è relativamente semplice, ma un po' lunga (nulla di esagerato).

Per i dati tecnici della mia salita, vi rimando alla mappa della mia escursione qui sotto.

Potete anche ascoltare il podcast qui sotto

 

 

Sassongher, Val Badia, Dolomiti, da Corvara

Crediti fotografici della foto qui sopra: Di Tiia Monto, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=79873327

 

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In breve, scesi dalla seggiovia, imboccate uno dei due sentieri che conduce al Gardenaccia, in circa 1 ora. Io ho preso quello che fa il giro più a Nord, che è un po' ripido, e con qualche gradino roccioso, ma nulla di complicato. Il Rifugio Gardenaccia è in posizione molto gradevole, ed è un buon punto di ristoro da considerare al ritorno dalla vostra escursione. Cliccate qui, per la slidegallery completa della mia salita.

Superato il Rifugio, si deve seguire il sentiero 5 fino alla Forcella Sassongher, dove arriva anche il sentiero che sale da Colfosco. Poi, seguendo il sentiero n. 7 si arriva in vetta.

In realtà, io mi sono inventato una variante. Poco dopo il Gardenaccia, ho abbandonato il 5, ed ho proseguito sull'11, che porta verso il gruppo del Puez e l'omonimo Rifugio. Questo sentiero fa un giro più lungo, ma sale largo e molto comodamente in quota, evitandovi la parte bassa del 5, che, invece, è ripida e con qualche gradino roccioso faticoso da superare in salita. A quota 2250 metri circa, poi, sono tornato sulla retta via...., improvvisando una traccia per prati, nella parte alta del vallone, sul versante NE del Para Dai Giai (altra possibile bella cima da raggiungere, anch'essa caratterizzata da croce sommitale, e da non confondere con la vetta del Sassongher, più lontana).

Ho ripreso, quindi, il sentiero numero 5 poco sotto il canalino a Nord/Nord-Est del Para Dai Giai, dove il sentiero si arrampica con una serpentina sino ad una forcella. Da qui un lungo traverso, su sentiero a tratti un po' esposto, taglia tutto il versante SE del Para Dai Giai, sino a raggiungere la Forcella del Sassongher. L'ambiente è suggestivo, e solitario (anche ad Agosto, su questa traccia non ho incontrato molti escursionisti). Qualche parete strapiombante sopra la nostra testa fa temere per qualche possibile caduta di sassi (al ritorno, ho continuato a tenere il caschetto).

Dalla Forcella del Sassongher, la musica cambia. Una ripida traccia su detriti, un po' instabili, e con qualche punto esposto, richiede un po' di attenzione nel passo. Si arriva quindi all'attacco del breve tratto attrezzato (meno di 100 metri), con passaggi quasi mai verticali. Io ho messo l'imbrago da ferrata per sicurezza, anche se a dire il vero, l'ho usato poco. Valutate voi in base alle vostre capacità ed attitudini, ma siate prudenti. Un ultimo breve tratto di sentiero porta quindi alla bellissima croce di vetta in acciaio (2.665 m. s.l.m, due ore abbondanti dal Gardenaccia).

La Val Badia è contornata da vette davvero belle, e la vista dal Sassongher è davvero appagante. Verso Nord Est, colpisce tutta la bastionata di pareti dolomitiche che va dal Sasso della Croce, al Piz La Varela, per proseguire verso il Lagazuoi ed il passo Falzarego. Sotto di noi, giace il Pralongià. Verso SE spicca la Marmolada, regina delle dolomiti, un po' ferita, in quanto il cui ghiacciaio, ormai, versa in condizioni preoccupanti. A Sud, di fronte a noi, tutto il gruppo del Sella, con le sue cime più famose (Piz Boè, Sass Pordoi, Pisciadù). Il Sassolungo/Sassopiatto a Sud Ovest, e poi ad Ovest il meraviglioso panorama del gruppo Puez-Odle, che culmina nel Sass Rigais.

Semplicemente meraviglioso!

 

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Per scendere, ho fatto il bravo..., ed ho seguito il 7, e poi tutto il 5 fino al Gardenaccia, constatando, appunto, che quest'ultimo è un sentiero un po' scoseso e faticoso per le ginocchia nella parte più bassa. L'uso sapiente dei bastoncini da trekking per me è diventato fondamentale. Ho fatto il bravo anche al Rifugio, dove ho evitato di bermi la solita Weissbeer, che alimenta la panza.... (anche la gastronomia alto-atesina è pericolosa da questo punto di vista), e mi sono accontentato di un bel succo di lampone dissetante.

Buona passeggiata. Fabio Muriano

Se volete aggiungere le vostre considerazioni, o raccontare la vostra esperienza, potete farlo nei commenti qui sotto.

 

Cliccate qui, per la slidegallery completa della mia salita.

 

Video della salita

 

 

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