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Dopo la mitica giornata del 31 marzo 2015, ci abbiamo preso gusto e siamo tornati al Pier, il mitico spot di Riva del Garda, il 15 Aprile 2015. Il Pier ci ha regalato un’altra giornata meravigliosa, praticamente estiva, con tanto sole e vento, buona compagnia, ed alcuni piacevoli incontri.

 

Dopo esserci liberati, non senza qualche contrattempo…., del delirante traffico mattutino di Milano, il lago di Garda ci accolto con i suoi incantevoli panorami.

Siamo arrivati al Pier verso le 12. In questo periodo, lo spot è godibilissimo: parcheggio e spazi facilmente disponibili per tutti.

Con me, questa volta, altri tre fedeli membri del gruppo di uscite di Waterwind: Rolando, Enzo e Mirko.

 

Alle 12 il vento, questa volta, non si è ancora alzato, ma iniziano ad esserci alcuni segnali positivi (increspature sulla superficie del lago), segnale che la Ora anche oggi dovrebbe partire.

Ed, infatti, puntuale come un orologio, alle 13 la Ora parte, ed entra subito decisa.

 

Rapido consulto con i locals, su cosa armare. Si va dalla 4,7/4,8 alla 5,8 circa, in prevalenza, a seconda di peso, capacità, ed attrezzatura. Io opto per la 4,7 da abbinare al FSW 111 litri. Si rivelerà la scelta perfetta, perché mi consentirà di planare senza fatica per tutta l’uscita fino a quasi le 16:00, senza mai dover cambiare il materiale. Per dare un riferimento in termini di intensità del vento, direi che durante la sessione ci sono stati tra i 20 ed i 25 nodi, costanti più o meno su tutto lo spot, come al solito con rinforzi nell’ansa subito a sud, e di fronte allo “scoglio dei maiali”, ed un po’ meno forte (con qualche scarso in più) a centro lago. Ma in poche parole, il vento è stato veramente bello per quasi tutta la sessione. Enzo esce con la 5,2, Rolando con la 5,4 e Mirko con la 5.

 

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In giornata, faccio due incontri molto gradevoli: Marco (Quattrina) e Marco (Segnana).

Il secondo non ha bisogno di molte presentazioni. Neanche a farlo apposta, lo avevo contattato telefonicamente giusto il giorno prima per discutere delle promozioni offerte dal suo centro di Surf a favore della nostra Associazione sportiva dilettantistica Surf and Fun. Di persona, Marco si conferma una persona veramente alla mano, e si mette a ridere quando io e Rolando lo definiamo una leggenda…. E’ qui per farsi un giretto in Kitesurf, ma rigorosamente sopravento allo spot, nella parte lombarda del lago.

 

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Marco Quattrina è il mio mentore e consigliere via web, sempre prodigo di consigli dopo aver visto i miei video delle sessioni, ed oggi venuto, finalmente, a cazziarmi di persona! Con lui  si parla a lungo di materiali e di manovre, ed anche di alcuni mitici spot come Tarifa, di cui anche lui, come Norby è innamorato. Se ci fosse stato Norby, saremmo andati via dal Pier a notte fonda, per aspettare la fine delle loro divagazioni e ricordi su Tarifa.

 

Entro in acqua poco dopo le 13, e tranne qualche breve sosta a terra, ci rimarrò fino alle 16,00. Oggi, è veramente un piacere, quasi meglio dell’altra volta, quando avevo fatto fatica a tenere la 4,1….

 

Nella prima parte della sessione ne approfitto per esercitarmi con le manovre. Finalmente, dopo il passaggio dalla 125 freeride al FSW 111, inizio ad imbroccare di nuovo qualche virata funboard. Mi devo ricordare di tenere distese le braccia nel passaggio delle mani da un lato all’altro del boma. E’ fondamentale, soprattutto su tavole piccole, per avere un giusto contrappeso tra corpo e rig, e per far prendere subito vento alla vela sulle nuove mure, e poggiare rapidamente. Io, invece, spesso viro con le braccia contratte. Inoltre, devo concentrarmi sul fatto di incrociare rapidamente le mani sul boma, quasi anticipando. Poi, il resto della manovra viene da sé, o è recuperabile.

 

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Per quanto concerne la power jibe, all’inizio dell’uscita, alcune volte sono quasi vicino a chiudere la manovra. Cado sempre dopo aver strambato la vela. Come sottolineerà Marco a terra, devo anticipare di più il cambio di mure della vela, e stare con il peso del corpo all’interno della curva. Anche nella carvata iniziale devo molto migliorare. Non mi viene male, ma tendo a farla con il peso del corpo all’indietro e con la vela aperta (un po’ come nella strambata base), mentre Marco mi dice che mi devo buttare in avanti ed all’interno della curva con il peso, chiudere la vela con la mano posteriore e distendere la mano anteriore. Già, quante cose da ricordare.

Nella parte finale dell’uscita, invece, le strambate saranno un disastro. In una ripresa da Rolando nel video, mi dimenticherò addirittura di tirare il piede posteriore dalla strap….

 

Nel mezzo di tutto questo, do a Mirko qualche dritta sulla waterstart e per la planata (almeno su queste due cose, ho capito qualcosina…). Per la planata, in particolare, suggerisco a Mirko di non appoppare la tavola, stare più vicino al piede d’albero con i piedi per innescarla, tenere la tavola pianta, e la gamba davanti ben tesa per scaricare la forza del vento sul piede d’albero e far scivolar via la tavola sottovento alla raffica buona, e, soprattutto, a stare più poggiato, perché Mirko, invece, è troppo orzato per entrare in planata. I tipici atteggiamenti difensivi (anch’io facevo esattamente gli stessi errori) di chi sta imparando.

 

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Durante la sessione, ad un certo punto, con Rolando ci mettiamo in mezzo al lago a farci delle riprese. Rolando plana, mi viene vicino, e stramba alla grande. Bella tecnica. Io per timore di ammazzarlo… plano, gli passo più lontano, e cado in strambata.

Per via di queste riprese, scarrocciamo. Io finisco davanti al famoso scoglio dei maiali, e provo le condizioni di vento in questa zona. Effettivamente, il vento qui è molto bello e l’acqua piatta. In più c’è la meraviglia del paesaggio. Finisco in mezzo ai freestyler, che si saranno chiesti chi è costui…

Poi, inizio a tirare un po’ di bordi in planata bolinando il più possibile, approfittando delle ultime folate di vento in calo.

Prima di rientrare, avvisto ancora Enzo in acqua, rientrato per godersi ancora qualche planata. E' un po' sopravento. Vorrei raggiungerlo, ma dopo quasi tre ore in acqua sono un po' stanco, e punta a risalire quel tanto che basta per tornare alla scaletta del Pier.

 

All’arrivo becco Rolando che mi riprende con la Go Pro, e ci immortaliamo insieme.

 

E, come dico nella ripresa finale, penso che voglio morire al Pier…..!

 

 

Aloha. Fabio Muriano 

 

Leggi qui la recensione dello spot. 

 

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Il video della giornata 

 

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