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La Sardegna non è mai banale. Questa volta sono partito per un viaggio programmato da tempo, e non su previsione. Ed è stata comunque una trasferta piena di emozioni e giornate intense.

 

Windsurf, report: Sardegna, marzo 2025

 

Ed è stata anche la prima volta che ho viaggiato con il mio furgone appena camperizzato. E quindi questo report sarà ricco anche di riflessioni su questa mia nuova avventura.

Sbarcato a Golfo Aranci la mattina del 19, dopo un breve incontro con Adriano, diretto a Porto Pollo, ho iniziato a guidare, attraversando tutta l’isola, per raggiungere Chia. 
Infatti, c’era l’occasione di provare questo spot con vento da Est per più giorni di seguito.

 

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Arrivato nello spot nel primo pomeriggio, ho scelto di parcheggiare lungo la strada sterrata che conduce alla spiaggia di Sa Campana. Diversi kiters in acqua, ma anche alcuni colleghi windsurfers, qualche straniero (anche in questo periodo diversi i tedeschi raggiungono l’isola in camper/furgone, per godersi il suo fascino selvaggio), ed alcuni italiani (qualche local, e tre simpatici – e bravi – romani).
Dalla spiaggia, le condizioni sembravano quasi banali, con vento side on, onda schiumosa, non troppo alta.
Ed invece…..
Per giudicare le condizioni di uno spot, bisogna entrare in acqua. Ho armato la Guru X 4.7 (che continuo a godermi…) ed ho settato la JP Magic Wave Pro 89, come quad con le K4 Leon centrali e mi sono buttato in mare verso le 14,00.
Mercoledì l’uscita è stata davvero divertente. Vento da Est side, vicino a riva, e side-on al largo, bello teso da riempire la 4.7, a parte qualche calo, non eccessivo, a riva. Ed onde di un paio di metri surfabili, abbastanza distanziate, con alcune bombe a centro baia, ed altre più ripide, davanti al reef all’estremità est della baia. 

Mi sono divertito parecchio: ho preso confidenza con lo spot, ed ho iniziato ad osare e provare un po’ di soluzioni diverse in surfata. E’ proprio bello quando le condizioni lo consentono. Da menzionare, un mio semi-backloop. 

Sono uscito dall’acqua verso le 16,30, e sono tornato al furgone.
Sono rimasto colpito dal freddo a terra! Il cielo coperto, ed il vento, ancora teso a quell’ora, hanno reso la temperatura poco confortevole (mentre in acqua, tutto sommato, con la 5/4, si stava bene, anche se ho messo pure i calzari).
Ho messo un asciugamano sul sedile del furgone, e sono salito con la muta addosso, per andarmi a cercare un posto, un po’ riparato dal vento, dove svestirmi e farmi la doccia. Calda…. Ho sfruttato, per la prima volta, alcune mie idee geniali per farmi la doccia calda dentro il furgone…. (in primis, il boiler elettrico). In un’occasione del genere, le soluzioni studiate si sono rivelate fondamentali! Mi sono quindi spostato al parcheggio della spiaggia di Su Giudeu, per cucinarmi una pasta al sugo, all’interno del furgone, e fare il primo pernotto nel mio van: quale migliore battesimo?

 

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Il giorno dopo, Chia prometteva vento da ESE, meno intenso del giorno prima, e mare più grosso. Sono tornato alla strada di accesso a Sa Camapana, nelle ore centrali, e dopo uno scambio di opinioni con in ragazzi di Roma, ho armato la Banzai 5.3, e settato il JP Magic Wave con le pinne di serie (quindi come thruster).

È stata un’uscita molto fisica, con condizioni decisamente più insidiose.
La 5,3, sia a riva che fuori, è spesso risulta al limite, rendendo complicata l’uscita in mare, con frangenti ravvicinati, e talora anche cattivelli (quasi di 2 metri). Ma è risultato stancante anche il bordeggio in mare aperto, spesso al galleggio, e con mare davvero enorme, con onde sui 3-4 metri, talvolta frangenti anche al largo. Le condizioni sono risultate piuttosto insidiose, anche perché, in uscita, il vento debole e side on, induceva a dirigere verso il centro della baia, e non molto sopravento allo scoglio di Su Giudeu. Ed al rientro, le onde enormi e frangenti spingevano proprio dalle sue parti, e bisognava resistere a non scenderle per agevolare la planata, per non finire troppo vicini allo scoglio. Dopo una buona surfata, in cui, ovviamente, ho perso acqua, e sono finito a centro baia, uscire di nuovo in mare dà lì, ha richiesto molta esperienza, e mi ha creato anche una certa apprensione.
Giovedì non sono stato in mare molto. Non sentendomi troppo a mio agio, non ho insistito più di tanto, e dopo due uscite in mare, sono tornato al furgone. Mi sono messo a fare foto: devo fare i complimenti ai due riders romani con le Hot Sails Maui (vedi immagini nella galleria a fine articolo), che andavano a surfare i palazzi ripidi proprio davanti al reef. Foto di copertina dell’articolo strameritata, per uno dei due.

Ho anche provato a rientrare in mare nel pomeriggio, ma sono stato sputato fuori, ed ho deciso di non insistere.
Giovedì, ho incontrato Luigi (vecchia conoscenza dell’Oman), e sono andato da lui a Pula per cena, allietandoci con chiacchiere da windsurfisti (e surfisti).

 

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Venerdì a Chia il vento era previsto meno forte dei giorni precedenti (ed il mare, invece, ancora grosso). Ci ha illuso la mattina, mostrando condizioni almeno simili a quelle di Giovedì. Ma poi, a metà mattina il vento è calato un po’. Non volendo fare un’altra uscita fisica, ho deciso di provare ad andare a vedere Porto Pino e Porto Botte, se non altro per capire le condizioni offerte da questi due spot con vento da Est. Arome dava vento decisamente più forte da quelle parti. Per raggiungere Porto Pino, ho fatto la strada costiera che da Chia si dirige verso Ovest (SP71), ed è panoramicamente pazzesca.

Porto Pino la mattina presentava vento davvero forte e side/side-on. Porto Botte vento side di intensità simile, ma non mi è piaciuto per nulla il contesto dello spot (strada sterrata a ridosso della riva, pressochè senza spiaggia). Sono tornato a Porto Pino, ed, essendo ormai ora di pranzo, mi sono andato a cercare una location riparata con vista mare, per fermarmi con il furgone a mangiare. E qui si è verificata un’altra magia: complice il sole che finalmente illuminava la costa sarda da quelle parti, mi sono goduto una pausa assolata, gustandomi un’insalata di tonno, pomodori e cipolle, accompagnati da un bel Karmis – Contini (vino fantastico).

Dopo pranzo, sono andato a vedere di nuovo Porto Pino, con l’ipotesi anche di tornare a Chia (50 minuti di macchina tra i due spot). Ma un ragazzo tedesco incontrato a Chia, proveniva da lì, e mi confermava che Chia non stava lavorando. Abbiamo armato le 4,2, e siamo entrati in acqua (con un altro ragazzo straniero). Per l’occasione, ho utilizzato il Tabou 3S 96 con pinne di serie (thruster).

I primi 30-40 minuti sono anche stati divertenti, con vento abbastanza disteso. Poi, il vento ha iniziato a calare e diventare instabile, ed, insieme al mare piuttosto choppato, hanno reso l’uscita meno piacevole.
Ho deciso di uscire dall’acqua verso le 16,00, per dirigermi con calma verso Villasimius e raggiungerla entro sera, volendo rivedere quei posti dove ero stato in vacanza con la famiglia nel 2010, ed anche per godermi qualche sessione di surf, sfruttando la scaduta da Est.


Dopo una mattina di sabato tranquilla, passata a fare la spesa, e rifornimento d’acqua, nel primo pomeriggio sono andato alla spiaggia di Porto Giunco, parcheggiando nel piacevole parcheggio alle sue spalle, in compagnia di altri amanti della vanlife, ed alcuni surfisti. Ed è successa un’altra magia. Lo spot, sabato pomeriggio, come preannunciatomi da surf-forecast, presentava ottime condizioni per il surf: onde di 1,5-2 metri abbastanza ordinate, un beach break su fondale sabbioso, davvero entusiasmante. Ho osservato gli altri surfisti presenti, che entravano in mare dal lato sud della baia, a ridosso delle rocce, sotto la torre di Porto Giunco, per sfruttare una rip curl per uscire, ed ho fatto lo stesso (anzi, a metà sessione, l’ho sfruttata anche troppo, e sono finito 50 metri più al largo del picco). Complici le energie fresche, ho preso subito una buona onda e mi sono gasato. Ho preso altre onde, ma con il passare del tempo, affiorando la fatica, hanno iniziato ad essere le onde a prendere me…. Il surf da onda è uno sport meraviglioso, ma fisico… (anche se la tecnica, come sempre, aiuta a stancarsi meno…).

Dopo poco meno di un’ora sono uscito dall’acqua appagato e contento (ormai, preferisco non strafare…). A Villasimius, finalmente, ho trovato condizioni climatiche realmente degne del Sud della Sardegna, e mi sono potuto fare tranquillamente la doccia calda, all’aperto, in costume.

 

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Domenica, Porto Giunco ha offerto il bis, alla mattina, con onde spettacolari, liscissime e distanziate, di 1- 1,5 metri, anche se un po’ più difficili da prendere per me, perché meno alte e ripide. Ma non per i ragazzi del posto, che si sono divertiti alla grande (per lo più con comode longboard).
Dopo una piacevole pausa pranzo seduto al tavolino vicino al furgone, al sole (che gusto), il pomeriggio sono andato a fare un bel trekking da Porto Giunco a Capo Carbonara (vedi link alla slidegallery a fine articolo), che si è rivelato più affascinante del previsto, anche se con qualche problema di segnaletica mancante (ma in Sardegna è un classico…). Ne è valsa la pena, anche se la giornata è stata davvero piena, ed un po’ stancante.

 

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Lunedì 24 ho chiuso la mia breve trasferta, dapprima andandomi a godere la spettacolare spiaggia di Punta Molentis, una riparata baia dalle acque turchesi, contornata da massi di granito, un altro luogo cult della mia vacanza del 2010, ancora più bella perché non invasa dalle folle estive; e, poi, ho iniziato il viaggio di rientro per prendere il traghetto in serata a Golfo Aranci. Ho percorso la mitica strada orientale sarda (SS125), arrivando al passo di Genna Silana, a 1000 metri di quota, dove c’erano soli 6 gradi e pioggia! A Villasimius, ne avevo lasciati 21, con un bel sole caldo!

 

 

Insomma, la Sardegna ha davvero tanti volti, ma io ormai ho capito che li adoro quasi tutti.

Ciao.

 

Clicca qui, per la slidegallery di Chia del 19

Clicca qui, per la slidegallery di Chia del 20

Clicca qui, per la slidegallery della sessioni di Surf a Villasimius del 22 e 23

Clicca qui, per la slidegallery dell'escursione a Capo Carbonara

 

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