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Dopo qualche tempo che si fa windsurf, ci si inizia a porre il problema di ridurre il volume delle tavole usate. E se non ce lo si pone, sono quei simpaticoni degli amici che ci pongono il problema, iniziando a sfottere ogni volta che ci presentiamo sullo spot con volumi improbabili. Ma è veramente necessario scendere di volume nelle tavole impiegate? Ed il volume è l'unico parametro da considerare quando si decide di comprare una tavola di minor volume? In questo articolo, vi racconterò la mia esperienza fino ad oggi, ritenendo che possa essere utile anche per altri appassionati.

 

Windsurf: riflessioni sul volume e sullo shape delle tavole

Come quasi tutti, ho iniziato a fare windsurf nel 2007 su una classica tavola beginner di grande volume (180 litri - io peso 65-70 kg) con deriva a scomparsa. Dopo avere imparato a starci in equilibrio, ho sentito il bisogno di passare ad un litraggio inferiore, in quanto il peso, ma anche le dimensioni della tavola, comportavano l'impossibilità di assaggiare la planata (tavola pesante da spingere, e dimensioni tali da determinare una resistenza in acqua elevata). Dopo aver provato un 155 litri, noleggiato a Gera Lario, ed essere stato recuperato dagli amici in macchina alla spiaggia della Punta a Sorico...., ho comparto un 145 litri freeride (RRD z-ride). Con questa tavola, ho imparato a planare con i piedi nelle straps senza raggiungere la perfezione.

Per andare ancora più forte (sempre per gli stessi motivi), sono ancora sceso di volume, passando ad un fantastico Tabou Rocket 125 litri (sempre un freeride). Fantastico fino ad un certo punto.... perchè, per quasi un anno, non sono riuscito neanche a mettere i piedi nelle straps (tanto che, ormai venduto il 145...., per la frustrazione, mi ero comprato un Jp X-cite ride 146!). Poi, un giorno è successa una magia, e sono riuscito ad infilare i piedi nelle straps anche della Tabou. La 125 litri mi ha aiutato a capire bene i movimenti chiave per entrare in planata, e per gestirla. Inoltre, essendo una tavola molto valida, mi ha aiutato ad imparare decentemente virata e strambata base, ed accennare virata veloce, e power jibe. Fino a quel momento, il 90% delle mie uscite si svolgeva in spot lacustri, o al mare, ma con onda contenuta (con tipiche brezze termiche).

 

jp x cite ride 1

 

 

Poi, ho iniziato ad uscire massicciamente al mare (Andora e Hyeres, in primo luogo), con onda decisamente più significativa. Potete leggere i risultati delle prime uscite in questi report/recensioni (report di Andora - ottobre 2013; Hyeres - novembre 2013). La 125 freeride, in tali condizioni, si è rivelata quasi completamente inadatta. Della prima uscita ad Andora, in particolare, ricordo i salti non voluti di oltre un metro, ad ogni onda presa di prua in planata.

 

tabou rocket 125 2008

A questo punto, per le uscite al mare, gli amici più esperti mi hanno consigliato di passare a delle tavole freestylewave, e di volume minore.

Parte centrale dell'articolo omessa. La lettura della parte centrale di questo articolo è riservata ai Supporters di Waterwind.it. Per diventare un Supporter, clicca qui.

Pertanto, ritengo che wave di grosso volume abbiano senso solo per ridersi pesanti, intenzionati ad usare tali tavole in condizioni veramente wave. 

Quindi, la morale di questo articolo qual è? Non vi preoccupate solo di scendere di volume, ma fate anche attenzione alla scelta della tavola con lo shape più adatto alle condizioni che caratterizzano gli spot che frequentate. Inoltre, scendete di volume solo dopo aver imparato decentemente la waterstart (altrimenti, vi regalerete delle uscite da incubo), e quando avete raggiunto una ragionevole capacità di eseguire le manovre (almeno, virata e strambata semplice) sulle tavole di maggior volume. 

Volete esprimere le vostre idee al riguardo? Postate un commento qui sotto. Leggete anche l'articolo sulla tavola freestyle.

Aloha. Fabio Muriano   

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