Al Rifugio Bietti, non ero ancora mai stato. Questa domenica, l'ho raggiunto percorrendo l'itinerario che parte dal Cainallo, in comune di Esino Lario, e passa dalla spettacolare Porta di Prada.
Trekking: Rifugio Bietti, Grigna, Prealpi lecchesi
Mi ero riproposto di tornare ad esplorare le Grigne, dopo l'ultima emozionante escursione al Rifugio Elisa, con salita da Mandello (leggi descrizione itinerario). Non ho fatto quindi passare molto tempo da quella gita, ed ho deciso di andare a scoprire il Rifugio Bietti, dove non ero ancora mai stato. E soprattutto volevo vedere la spettacolare e famosa Porta di Prada, un arco naturale che rappresenta una delle peculiarità di questo territorio montano, caratterizzato dal carsismo.
Il Bietti si può raggiungere da Mandello, con un dislivello considerevole, oppure un po' più comodamente dalla località Vo' di Moncodeno (1430 metri s.l.m.), poco sopra l'alpe Cainallo, in Comune di Esino Lario. Peraltro, se si raggiunge il punto di partenza, passando da Parlasco, e dal Passo di Agueglio, già la strada in macchina offre panorami sui pascoli, i monti e sul lago di Como, davvero notevoli.
Per quanto concerne la descrizione dell'itinerario, è inutile che aggiunga anche io una relazione dettagliata a quanto già abbondantemente riportato in rete. Mi limiterò soprattutto alle mie impressioni, e ad alcuni consigli utili.
Il parcheggio dove lasciare la macchina costa 6 euro al giorno (settembre 2024), e si paga al parchimetro nei pressi dell'albergo Cainallo. Da qui si può salire anche al Rifugio Bogani, raggiunto da me in un'altra occasione. Il parcheggio dispone di un centinaio di posti, che, comunque, nei weekend dalla primavera all'autunno, si esauriscono presto. Si può parcheggiare anche lungo la strada di accesso al parcheggio, o all'Alpe Cainallo.
L'itinerario non è estramemente impegnativo, ma neanche troppo breve (1h e 45 minuti circa, 400 metri di dislivello). Alterna tratti nel bosco, e tratti sui pendii aperti, e soprattutto tratti pianeggianti ad altri con salite e discese accentuate, contraddistinte dalla presenza lungo la traccia di alcuni grossi massi affioranti. Questi passaggi richiedono sempre attenzione, perchè possono essere un po' scivolosi.
Dopo la partenza, in 30-40 minuti circa, si raggiunge il bivio tra il sentiero che porta al Rifugio Bogani, e quello, a destra, che porta verso la Bocchetta di Prada e poi verso il Bietti (vedi nostra mappa qui sotto).
Un piccolo strappo, piuttosto ripido, ci porta quindi a passare dal versante Nord della Grigna settentrionale, a quello Ovest, raggiungendo la Bocchetta di Prada (1653 m). E' un cambio di scenario notevole e suggestivo. Lo vista passa dalla Valsassina, alla boscosa Valle del Meria che scende verso Mandello, e quindi verso il Lago di Como. Nelle belle giornate, lo sguardo volge ancora più lontano, e raggiunge il Monte Rosa.
Ma, poco dopo la Bocchetta di Prada, da cui peraltro partono i sentieri che scendono (o salgono) da Mandello, o portano in cima al panoramico Monte Croce, il nostro sguardo è rapito da una delle perle di questo itinerario, la Porta di Prada, che raggiungiamo con un tratto pressochè pianeggiante del sentiero, dopo circa 2,4 km, ed 1 ora scarsa di cammino. La Porta di Prada è uno spettacolare ed imponente arco naturale, frutto dell'erosione della roccia carsica, che forma le Grigne, da parte degli agenti atmosferici. Sarebbe stato ammirato anche da Leonardo Da Vinci. Ci fermiamo in contemplazione di questo regalo della natura, che immortaliamo con le foto d'obbligo.
A proposito di carsismo, poco più avanti lungo il sentiero incontriamo l'imbocco dell'abisso Paolo Trentinaglia, una delle tante notevoli grotte presenti su questo versante delle Grigne.
Il sentiero quindi scende con decisione, per circa 50 metri, per aggirare uno sperone roccioso (tranquilli, siete sulla strada giusta), per poi riguadagnare quota, e raggiungere con un ultimo tratto quasi in piano, il Rifugio Bietti, appollaiato nella Conca di Releccio (1719 m, 4,3 km, poco meno di due ore, a seconda delle soste lungo il percorso).
Il luogo è molto piacevole, sia per la bastionata della Cresta di Piancaformia che sale al Grignone, e incombe sopra il rifugio, sia per il panorama che si gode verso il lago, giù in fondo. Il rifugio è una meta piuttosto gettonata, e la domenica della nostra gita è risultato abbastanza affollato, come tutto l'itinerario del resto. Ma, in fondo, meglio che le persone mostrino di apprezzare la natura e la montagna, piuttosto che passare la domenica nei centri commerciali. Magari, sarebbe apprezzabile un tono della voce più sommesso, visto il contesto naturale di quiete e pace in cui ci si trova. Ma le gite in montagna sono, innegabilmente, anche un'occasione di festa, di relazione, per stare in compagnia degli amici. Intorno al Rifugio, dicono che si possa vedere molta selvaggina. Noi ovviamente non l'abbiamo vista, perchè disturbata dai molti escursionisti presenti.
Dal rifugio, partono altri sentieri che portano in vetta al Grignone (tra cui un sentiero attrezzato, che ci riserviamo di percorrere nel prossimo futuro, per tornare in vetta al Grignone). Qui intorno, sono inoltre collocate famose vie di arrampicate storiche come quelle del Sasso Cavallo, del Sasso dei Carbonari, ma anche le Falesie della cresta di Pancaformia. Oppure, si possono raggiungere anche gli altri Rifugi vicini, ovvero il Bogani, e l'Elisa.
Insomma, perchè non rimanere in quota più giorni, e dimenticarci per un po' della frenesia e dello stress della vita a valle?
Buona escursione. Fabio Muriano
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