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Da tempo, avevo adocchiato la cima del Monte Stivo, che incombe sopra Arco di Trento, a nord del Lago di Garda, in Trentino, intuendo la bellezza del panorama godibile dalla sua vetta. La sua ascensione invernale mi ha regalato una giornata semplicemente perfetta.

 

Trekking: Monte Stivo, Trentino, con la neve

 

(Se preferisci, ascolta il podcast, con il racconto a caldo dell'escursione - vedi player più avanti)

Come scrive il giornalista Mario Calabresi in un suo recente libro, bisogna saper cogliere gli imprevisti come un'occasione. Sabato 14 gennaio 2023, dovevo fare windsurf sul lago di Garda. Ma l'assenza di vento decente, mi ha indotto a riprogrammare rapidamente la giornata, avendo al seguito anche l'equipaggiamento da trekking. Così, dopo avero comprato il mio solito panino speck e formaggella di Tremosine (per euro 2,70!) alla Conad di Limone, ho iniziato a consultare la mia guida con le escursioni possibili intorno al Lago di Garda, ed ho alzato la testa, notando la bella cima innevata del Monte Stivo, sopra il profilo di Riva del Garda e Torbole. Scartata, dopo qualche indugio, l'ipotesi di una facile gita al Monte Bestone da Tremosine, ho deciso di dirigermi verso il Monte Stivo, considerando, eventualmente, la possibilità di una salita parziale, ma comunque suggestiva.

Alla fine, ho effettuato l'escursione completa, e la bellezza del panorama e delle sensazioni è andata oltre le attese. La mia guida consiglia l'escursione da Maggio a Settembre. Ma credo che d'inverno sia ancora più bella, per la migliore visibilità, e per la luminosità del paesaggio innevato.

Per raggiungere la vetta si parte da Santa Barbara (vedi nostra mappa sotto). Si può arrivare in questa località, sia salendo da Arco di Trento, con una strada più stretta, ma ben tenuta, sia dalla Vallagarina, e da Ronzo Chienis. Raggiunto il passo di Santa Barbara, comunque, si svolta verso Nord (Via Castil), e si prosegue fino a parcheggiare nei pressi del K2 Mountain Bar, o del maneggio posto poco dopo (Via Sant'Antonio). Vi sono ampi slarghi al lato della strada dove lasciare la macchina.

 

Monte Stivo 3

Monte Stivo 4

Monte Stivo 6

 

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La salita non presenta alcun problema di orientamento (vedi nostra mappa qui sotto). La segnaletica sul tracciato è chiara. Imboccate la carrozzabile asfaltata, e, dopo il maneggio, al bivio, prendete a sinistra, seguendo il cartello per il Rifugio Stivo - Marchetti (sentiero 608B). Si prosegue sempre lungo la strada asfaltata, guidati dai cartelli frequenti, e nel dubbio dai segnavia bianco-rossi, presenti su staccionate, o muri. La strada sale, nel bosco misto, con pendenza tranquilla, e vi consente di scaldare bene i muscoli, e di non andare in affanno.

 

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Vetta Monte Stivo 1b

 

Ascolta il podcast dell'escursione:

 

Dopo 2,3 km circa (30-40 minuti), si arriva in località Le Prese (a circa 1500 metri di quota). Da qui alla vetta del Monte Stivo, la segnaletica indica un'ora e cinquanta minuti. Da questo punto, ho iniziato a camminare su neve, sempre più alta, ma sempre della consistenza giusta (nè troppo dura, nè troppo molle). Il paesaggio si apre sempre di più, iniziando a mostrare le cime delle importanti montagne che chiudono l'orizzonte ad Ovest, Nord-Ovest, e che vi descriverò più avanti.

Ora, vi si svela bene il versante Ovest del Monte Stivo, tutto imbiancato, ed il Rifugio Marchetti-Stivo, poco sotto la vetta.

La traccia rimane sempre piuttosto ampia e comoda, con pendenza modesta. Cento metri più avanti, in realtà, potete fare una scelta: o proseguire lungo la carrozzabile verso Malga Stivo, come ho fatto io all'andata; o prendere il toro per le corna, ed iniziare a salire la cresta Sud Ovest, decisamente più ripida nella prima parte. Io me la sono presa comoda. Volevo godermi la salita, ed ho fatto la cresta ripida in discesa.

La traccia prosegue ampia in direzione NNE fino a poco sotto Malga Stivo (3,7 km dalla partenza, 1800 metri di quota). Poi, in corrispondenza di un tornante verso SSE (destra - stazione di valle della teleferica del Rifugio Marchetti), si inizia a camminare in una profonda e stretta traccia nella neve, che con diversi zigzag, guadagna quota lungo il pendio. Questo tratto è bellissimo. Siete immersi nel candido manto nevoso, nel silenzio, e, se siete fortunati come noi, sotto un cielo blu cobalto. C'è il rischio di farsi prendere dallo scatto compulsivo (vedi nostra slidegallery), ma trattenetevi, perchè il meglio lo vedrete in cima.

La neve in occasione della mia salita si presentava di consistenza giusta. I ramponcini non sono risultati obbligatori, ma sarebbero stati utili per fare meno fatica in salita, e per maggiore sicurezza in discesa, soprattutto in quota, su qualche tratto più ripido, dove la neve è risultata più dura. 

Abbiamo attraversato gli edifici di Malga Stivo, ed abbiamo proseguito a salire. Mi ha stupito vedere quanta gente, anche in condizioni invernali, percorresse l'itinerario. E mi ha fatto piacere anche vedere quanti ragazzi e ragazze giovani stessero salendo e scendendo dalla vetta. Bella gente, i trentini: precisi e laboriosi, e per lo più sorridenti ed allegri. Non ho potuto fare a meno di constatare la differenza con alcuni esponenti della "razza ombrosa", che ogni tanto incontro in Svizzera, o che ho incontrato in Norvegia....

Poco prima del Rifugio Marchetti-Stivo, ha iniziato a soffiare una bella brezza fresca, più forte in cima ed in cresta, un accenno della prima Ora del Lago di Garda. Fino a qui, ho sudato salendo in pile, senza guanti e cappello. Sotto il rifugio, ho dovuto iniziare a coprirmi. 

In salita, ho ignorato il Rifugio, ed ho tirato dritto per la vetta, pochi metri e pochi minuti più in alto. Poi, ho finalmente visto la croce di vetta spuntare dalla neve. Ho fatto, eccitato, gli ultimi passi, e mi sono ritrovato in "cielo" (2 ore  mezza circa dalla partenza, 5 km, 2054 metri)!

Credo davvero che questa sia una delle più belle cime della zona, per quanto riguarda il panorama. Probabilmente, anche più del Monte Altissimo di Nago (dove sono salito qualche estate fa - leggi report).

A Sud, si vede buona parte del Lago di Garda. Poco più ad Est, il Monte Baldo, e l'Altissimo di Nago. Quasi duemila metri sotto di noi, la piana di Arco, il Monte Brione, Riva del Garda e Torbole. Se alzate lo sgardo verso Ovest, il Carè Alto, l'Adamello, la Presanella, le Dolomiti di Brenta (con la cima Tosa in bella mostra). A Nord, il lago di Cavedine, ed il Monte Bondone. In basso, verso Nord Est, la valle dell'Adige, tra Rovereto e Trento; verso Sud Est, il monte Carega. Una postazione di osservazione con l'indicazione dei monti, vi aiuta a riconoscerli. Non scendereste più.....

 

Monte Stivo 5

Monte Stivo 7

Monte Stivo 8

 

Dopo le foto di vetta ed un bicchiere di tè caldo, visto il vento freddo, ho deciso di andare a mangiare più comodamente al Rifugio Marchetti-Stivo.

Che belli i rifugi della SAT, con quelle persiane bianco - azzurre che mettono allegria solo a vederle! Ho mangiato sulla terrazza del rifugio, al riparo dal vento, godendomi il sole su una sdraio. Poi, sono entrato nel rifugio per un caffè, apprezzando molto l'ambiente, fisicamente ed emotivamente, caldo.

Per la discesa, ho chiesto consiglio ada una guida al Rifugio, e dopo essere stato rassicurato sulla praticabilità della traccia anche senza ramponcini (lasciati a casa...), come detto, ho deciso di percorrere la cresta più ripida.

Che belle sensazioni! Il percorso non è difficile, ma comunque fate attenzione, e non vi distraete troppo. Si segue, ad adeguata distanza di sicurezza, il filo della cresta Est che scende dal Monte Stivo, e che poi vira verso Sud Ovest, diventando più ripida sotto quota 1900 metri. Scendendo, la neve è risultata meno alta, ma più bagnata, o farinosa, e meno consistente. Sono sceso con calma, mettendo in conto qualche innocua scivolata. Dopo 7 km, mi sono ricongiunto quindi  con la traccia dell'andata, in località Le Prese.

La discesa, quindi, si conclude ripercorrendo, quasi malinconicamente, la stessa strada dell'andata, con la calda luce del tramonto che filtra tra gli alberi, e colora di arancione i prati.

Le cose belle non dovrebbero finire mai. Ma il passo di San Barbara, il Monte Stivo, ed il Rifugio Stivo sono sempre lì, e ci tornerò sicuramente appena possibile. In 2 ore scarse (e quasi 10 km), siete di nuovo al parcheggio dove avete lasciato la macchina 

Buona passeggiata. Fabio Muriano

 

 

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