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I Piani di Artavaggio sono una località situata, tra i 1600 ed i 1900 metri di quota, nelle Orobie Occidentali in Provincia di Lecco, che offrono la possibilità di praticare molti sport legati alla montagna. In questa occasione, noi abbiamo effettuato un semplice trekking dai Piani fino a poco oltre il Rifugio Nicola.

 

Trekking, Orobie occidentali: Piani di Artavaggio - Rifugio Nicola

I Piani di Artavaggio sono una meta piuttosto interessante per chi vuole effettuare escursioni e trekking di varia difficoltà; consentono anche la pratica di altri sport, quali salite in Mountain Bike, o E-Bike, e, d'inverno, si prestano ad escursioni con le ciaspole, ed allo scialpinismo. Sono ideali (anche in inverno) per le famiglie con bambini, che, infatti, qui si incontrano piuttosto numerose.

Il fascino dei Piani, almeno in questi anni, è quello di offrire una maggiore tranquillità rispetto ai vicini Piani di Bobbio (soprattutto d'inverno); d'estate, consentono di ammirare dei paesaggi ancora piacevolmente rurali.

I Piani si possono raggiungere in funivia da Moggio in Valsassina (costo per gli adulti A/R 13 euro, sotto i 12 anni 10 euro - prezzi estate 2019), oppure con un ripido sentiero che parte nei pressi della stazione di valle della funivia. Possono anche essere raggiunti attraverso una lunga strada agro-silvo-pastorale, poco pendente, che si imbocca dalla strada Moggio - Culmine San Pietro, poco prima di arrivare al Culmine. La strada carrozzabile che porta al Culmine San Pietro mette in collegamento la Valsassina con la Bergamasca.

 

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L'itinerario da noi percorso, nella sua prima parte, è molto semplice. Dalla stazione di monte della funivia (posta a 1640 metri di quota), si imbocca la strada sterrata che procede verso Est, passa a fianco del Rifugio Sassi Castelli e del Rifugio Casari, e raggiunge, con un dolce saliscendi, la Chiesetta di Maria Santissima Madre della Chiesa. La Chiesetta è molto semplice e merita una visita, per l'atmosfera raccolta e le pareti in legno rossastro, decorate con vivaci dipinti ad olio. In realtà, è più suggestivo entrarvi d'inverno, quando si passa dall'abbagliante paesaggio imbiancato dalla neve ai colori vivi del suo interno. Superata la chiesetta, la strada sterrata inizia a salire. Seguite sempre le indicazioni per il Rifugio Nicola o per il Cazzaniga - Merlini. La strada attraversa i pendii che scendono dal versante Ovest del Monte Sodadura, e che un tempo erano percorsi da alcune piste da sci, attualmente dismesse. In mezz'ora - quaranta minuti, si raggiunge il Rifugio Nicola, posto a 1900 metri di quota (delle scorciatoie consentono di tagliare alcuni tornanti della strada, ed accorciare il già breve percorso). Il tracciato sino al Rifugio non presenta alcuna difficoltà ed è percorribile tranquillamente anche con bambini, magari armandosi di un po' di pazienza. Dalla funivia sino a qui, si impiegano 50 minuti - un'ora. Il rifugio, all'esterno, presenta la tipica architettura degli anni 70. Non è bellissimo, ma ospita un ristorante / self-service dove si mangia molto bene. 

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Il rifugio sorge su una zona semi-pianeggiante, ed il panorama spazia su tutta la pianura Padana, il Resegone, e le Grigne, poco distanti, e, nelle giornate terse, arriva fino alla catena del Monte Rosa. Poco a Nord, sorge il Rifugio Cazzaniga, struttura più grande e con un'architettura più tradizionale. La vetta del Monte Sodadura (2010 m) è raggiungibile da qui in circa 30 minuti, con sentiero di cresta abbastanza agevole, ma non adatto ai bambini piccoli, a meno che siano allenati ed abituati ad andare in montagna, perché presenta qualche tratto esposto.

L'itinerario sin qui proposto si presta anche ad escursioni con la Mountain Bike, o con la E-Bike (al Rifugio c'è anche un punto di ricarica). Riteniamo che i Piani d'Artavaggio, sotto questo profilo, abbiano ottime potenzialità, e che probabilmente nei prossimi anni ci sarà uno sviluppo di questo tipo sport nella zona. 

Dopo un piacevole pranzo, noi abbiamo proseguito verso Nord sul sentiero 101 che conduce verso la Bocchetta dei Mughi, e, quindi, verso i Piani di Bobbio. La prima parte di questo tratto è in piano tra i prati dei pascoli. Dopo circa 10 minuti di cammino, superato il Rifugio Cazzaniga, il tracciato si riduce ad uno stretto sentiero, sempre ben segnalato, ed inizia a salire. L'ambiente diventa suggestivo, abbastanza selvaggio, e caratterizzato dalla presenza di massi e pareti quasi dolomitiche, con le rocce carbonatiche che mostrano evidenti segni di carsismo. Deviando da questo sentiero, si può anche imboccare quello che porta alla Cima Piazzo (2058 m - facile ascensione).

 

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Superata la Casera Campelli, il panorama si affaccia sulla Valtorta, in Provincia di Bergamo. Noi, in questa occasione ci siamo fermati qui (altri 30 minuti circa dal Rifugio Nicola). Proseguendo e raggiungendo la Bocchetta dei Mughi, è possibile poi superare lo spartiacque con i Piani di Bobbio e scendere al Rifugio Lecco (se dovete tornare alla funivia dei Piani di Artavaggio, calcolate bene i tempi). Il sentiero proseguirebbe fino al Pizzo dei Tre Signori, e consente anche trekking di più giorni, sfruttando, d'estate, i tanti rifugi, che costituiscono ottimi punti di appoggio.

Dopo la discesa a valle con la Funivia, siamo andati a concludere la nostra giornata nella sempre gradevole cittadina di Barzio, gustandoci un gelato nella strepitosa Pasticceria Passoni.

Buona passeggiata.

Fabio Muriano

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