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Ancora una volta, la Francia del Sud ci ha regalato tanto vento, ottime sessioni di windsurf, e panorami emozionanti. Nel nostro tour, abbiamo toccato gli spot di Le Goulet (Leucate), Gruissan Plage, Canet en Roussilion, Barcares Eole, Hyeres - La Capte.

 

Windsurf, report sessioni: Gruissan-Leucate-Hyeres, Francia, giugno 2017

In programma da tempo, questa nostra abituale vacanza in windsurf del mese di giugno è stata difficile da definire, per quanto riguarda la meta, per via delle previsioni di vento. Infatti, queste erano ovunque poco promettenti, a causa dell'arrivo dell'anticiclone Africano, che, come si sa, tende ad appiattire le differenze termiche, e spegnere il vento in molti spot. Scartata l'amata Sardegna (che ad aprile ci ha regalato grandi sessioni), in quanto avremmo dovuto rincorrere il vento un po' per tutta l'isola (che non è piccola), la scelta anche questa volta, come a giugno 2015, è ricaduta sul dipartimento francese del Languedoc - Roussilion, che godeva delle previsioni di vento migliori. La trasferta ci ha consentito di conoscere meglio la zona, per quanto riguarda gli spot.

In compagnia di Andrea, il mitico Dottore, siamo partiti Mercoledì 14 giugno. Il viaggio da Milano per la zona di Gruissan non è breve, ma già dopo la prima uscita, è inevitabile pensare che ne è valsa la pena.....

Occupata la nostra Mobil Home, nel mitico.... campeggio Cap Sud ad Alènya, già giovedì siamo andati in perlustrazione degli spot, alla ricerca del vento; bello far conoscere la zona ad Andrea, che veniva qui per la prima volta. Le previsioni davano l'ingresso della tramontana da giovedì nel tardo pomeriggio.

La mattina di giovedì, così, siamo andati un po' a zonzo ad esplorare luoghi noti e non noti. A Port Leucate, ci siamo imbattuti in SurfOne, e subito ci siamo resi conto del livello di alcuni negozi in Francia, che ci fa capire quanto il popolo dei windsurfers, almeno in questa zona, sia numeroso: la quantità di tavole 2017 (e di occasione), esposte dentro e fuori il negozio, è risultata impressionante; pure l'assortimento di vele e di boma, tra cui molti usati o d'occasione, è apparsa degna di nota. Insomma, un vero paradiso per noi, ed ho colto l'occasione, dopo 10 anni, per cambiare il mio imbrago del trapezio, acquistando un comodissimo ION Vertex.

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Mentre siamo ancora nel negozio, chiediamo ai ragazzi che lo gestiscono le previsioni per la giornata, e ci dicono che il vento dovrebbe entrare forte nel tardo pomeriggio, e che, in genere, gli spot dove entra prima sono La Franqui, e Le Goulet (nello stagno di Leucate). 

Ci spostiamo così a La Franqui, che, peraltro, è un villaggio in riva al mare, molto carino e tranquillo. Ci facciamo un meraviglioso bagno rinfrescante (ci sono oltre 30 gradi), nella meravigliosa spiaggia del paese, che, come al solito, è ampia, molto bella e poco popolata. Dopo pranzo, decidiamo di effettuare una sessione light wind, sfruttando un po' di termico da sud. Ogni volta che effettuo una sessione di questo tipo, mi rendo conto di quanto siano utili e non posso fare a meno di pensare, che questo tipo di sessioni dovrebbero diventare un obbligo per ogni buon surfista per sperimentare nuovi movimenti. Noi cerchiamo di fare pratica con la Hely Tack, la navigazione backwinded, ed in switch.

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Nel tardo pomeriggio, come previsto, c'è l'ingresso della Tramontana, e compaiono i locals, per lo più con attrezzatura slalom. Qui, però, il vento ci sembra rafficato, e decidiamo di spostarci a Le Goulet.

 

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Sono quasi le 19,00, e va in scena la magia. In acqua, ci sono già parecchi riders che si stanno godendo una ventina di nodi. Essendo lo spot super sicuro, si può stare in acqua fino all'imbrunire.

Armo la 5.5 e la Tabou 3s 106 LTD (Andrea 5,7 ed RRD FSW 111). Verso le 19,40 entriamo in acqua, ed è subito divertimento puro. Il vento, salvo alcuni momenti, è bello teso, e sulle raffiche raggiunge anche i 25 nodi; nello stagno, in genere, si tocca con acqua al petto; l'acqua è un brodo e surfiamo in shorty. Alle 20,00 il sole spunta da sotto le nuvole, ed il quadro diventa molto suggestivo. E' uno spot perfetto, dove provare qualsiasi cosa si voglia. Con un chopppetino di poche decine di centimetri, e la 5,5 piena-piena, la poggiata in strambata è una goduria totale. Andrea si avventura fino alla sponda opposta, rispetto al punto di uscita (lo stagno qui sarà largo poco più di un km).

Alle 21,00 decidiamo di uscire, perchè dobbiamo tornare in campeggio, farci una da doccia, e prepararci ancora da mangiare. Il poco tempo a disposizione (e le condizioni di luce difficili) non mi consentono di fare foto della sessione. Quando andiamo via dallo spot alle 22,00, ed il buio è quasi arrivato, in acqua ci saranno ancora una decina di persone. Probabilmente, dormono nei camper parcheggiati sullo spot, ed hanno tutto il tempo che vogliono. Che meraviglia... Ceniamo quasi alle 23,00, ed andiamo a letto dopo mezzanotte: sarà solo la prima di una delle tante giornate piene finite tardi.... in questa vacanza.

Il giorno dopo, si prospetta una giornata spettacolare. Ed infatti.....

Decidiamo di andare a Gruissan plage, che Andrea vuole provare. Partiamo con relativa calma, visto che siamo andati a letto tardi, ed arriviamo a Gruissan poco prima delle 12,00. Passiamo prima per il villaggio di Gruissan, che si conferma essere molto suggestivo, con gli edifici del centro storico, che risplendono nella luce abbagliante della luminosa giornata di tramontana. Anche la verde campagna intorno, disseminata di vigneti e Chateau, è molto bella. Ragioniamo sul fatto che Gruissan possa essere un gran bel posto dove fare base in una prossima trasferta, anche se non è baricentrica per tutti gli spot della zona. Proseguiamo oltre il villaggio, e seguiamo la strada che costeggia il canale che conduce a Gruissan Plage. Lo scenario si fa sempre più spettacolare: alla nostra destra, oltre, il canale l'immensa spiaggia selvaggia dello spot, a sinistra alcune case, lasciano il posto alle scuole di windsurf dello spot, dove le bandiere già sventolano incessantemente, e si piegano investite dalla tramontana.

 

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Ci metto un po' a decidere, ma anche stavolta, come tutte le altre volte che sono stato qui, capisco che è una giornata da 4.2 (peso 70 kg). La superficie piatta dell'acqua mi induce ad usare ancora il 106, invece del Fanatic Triwave 86, che potrei settare come single fin. In tal modo, posso beneficiare di una tavola più tollerante, che mi può aiutare a capire di più negli esperimenti in manovra.

Andrea, più pesante di me (peraltro, si confermerà, per tutta la vacanza, una buona forchetta, altro che medico salutista...) arma la 4.7, ancora con il 111.

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Alle 13,00, the show goes on... 

Attraversiamo a nuoto il canale con l'attrezzatura (e questa piccola avventura, per me, ma anche per Andrea, si conferma il valore aggiunto al divertimento dello spot, anche se ci sono altre possibilità di ingresso in acqua), e ci portiamo alla spiaggia. Ad Andrea dico: "benvenuto in paradiso".....

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A parte il paesaggio pazzesco, la qualità delle condizioni offerte dallo spot sono uniche: 15 km di spiaggia (fino a Port La Nouvelle - altro possibile punto di ingresso in acqua, ma meno affascinante, per via dell'area industriale vicina), investita al traverso da un vento sempre forte e pressochè costante, e 100 metri di acqua piatta e trasparentissima, con fondale tendenzialmente basso.

La beach start, con il vento quasi alle spalle, va fatta controllando l'attrezzatura per non farsi strappare via dalla vela. Pochi metri, e si è già in planata, e presto si è assaliti da sensazioni uniche: si scivola sull'acqua a velocità pazzesche, senza timore che un'onda ti scomponga, e si possono provare decine e decine di manovre durante la sessione, ovviamente, a condizione di tirare bordi corti. Il vento è forte (oltre 30 nodi), ma la stanchezza (anche per l'adrenalina totale) non arriva mai. Staremo in acqua fino alle 18,00, con qualche breve pausa per bere e per mangiare.... Con Andrea, è facile tirare bordi ravvicinati e stare insieme durante la sessione. Fa caldo, e, nella prima parte della sessione, esco ancora con la shorty (alcuni slalomisti sono a torso nudo). Se non cadessi spesso, basterebbe tranquillamente...., ma a metà pomeriggio passerò ad una più comfortevole (per me) muta lunga 3/2 mm (Gul Response). 

 

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Insieme a San Teodoro, in  Sardegna, Gruissan plage, si conferma tra gli spot a più alto fattore di divertimento, in cui mi capita di fare windsurf. E' perfetto per il freeride, e per lo slalom, ed ovviamente anche per il freestyle. Ci sono anche diversi ragazzini portati sul posto in sicurezza (trainati con un gommone) dalla scuola di windsurf dello spot, ovviamente con vele microscopiche. Mitici.

 

 

Non è sicuramente un caso se, ogni volta che vengo a Gruissan, imparo qualcosa. Oggi, provando e riprovando a strambare, a fine giornata ho un'illuminazione: capisco che, per agevolare la rotazione della vela,  è fondamentale portare la mano dell'albero sul boma praticamente a contatto con l'albero, e capisco che il momento esatto in cui fare ciò è quando si inizia a portare l'albero all'esterno della curva. In tal modo, la vela ruota che è un piacere, e, con vento di forte, praticamente di scatto. Questa intuizione, messa in pratica nella sessione del giorno dopo, fa si che aumenti la percentuale di successo e la qualità dell'uscita dalle mie strambate. Ora, lo scoglio duro rimane la virata veloce su tavole piccole, tra le onde....

 

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Con Andrea, tiriamo anche un bordo infinito quasi fino al centro della spiaggia. Anche se non amo i bordi lunghi (a momenti, mi viene un crampo alla gamba di prua), l'esperienza è unica. In acqua, peraltro, ci sono alcuni gruppi di slalomisti che viaggiano in gruppo a velocità supersoniche, e concludono il bordo con spettacolari lay down jibe.

Alle 18,00 usciamo dall'acqua, consapevoli di aver appena concluso una di quelle sessioni che si ricordano a vita.....

 

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Anche oggi, torniamo a casa tardi, ed il sottoscritto sfoggia il suo repertorio da masterchef: 150 grammi a testa di linguine con pomodoro, olive ed acciughe (e peccato che non abbiamo trovato i capperi). Ci godiamo anche la buonissima frutta che si trova da queste parti, comprandola direttamente dalle aziende agricole, ed, in alcuni casi, cogliendola direttamente, e personalmente, dagli alberi.....

Anche il sabato è prevista una tramontana tesa, ma la nostra ancora incompleta conoscenza delle condizioni degli spot, ci porta a non sfruttarla al meglio. La mattina decidiamo di provare Canet - Pont des Basse, a pochi km dal nostro campeggio. Su Vimeo, il local Fred Bonet, di Perpignan, pubblica spesso video bellissimi girati in questo spot, con vento side ed onde sui due metri, che consentono di fare waveriding, senza troppe preoccupazioni e con grande divertimento.

Dopo aver chiesto lumi ad alcuni kiters sul posto, entriamo in acqua con 4,7 e tavole freestylewave. Il vento purtroppo non  è ben disteso sullo spot, e raffiche intense si alternano a buchi piuttosto fastidiosi. All'inizio il piano d'acqua è interessante: onde lunghe di circa un metro, da saltare in uscita, e surfare un po' al rientro. Non siamo soddisfatti delle dimensioni delle vele, e dopo un po' passiamo a vele da 5,5 (per me), e 5,7 (per Andrea). Andrà un po' meglio, ma la qualità del vento rimarrà scadente, anche, se come detto, la sessione mi consente di confermare la bontà dell'intuizione sulla strambata. Dopo averlo provato, mi sono fatto l'idea che Canet (ed anche la vicina St Cyprien) lavori meglio con tramontana forte, e soprattutto, come confermatomi dalla local Annie Fouarge, con un orientamento più da Nord Est (o con venti da Sud Est). Se non ci sono queste condizioni, meglio andare negli altri spot in zona Leucate, o a Gruissan (dove secondo winds-up, sabato ha fatto vento medio ancora a 26 nodi).

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Nel pomeriggio, torniamo in campeggio per riposarci un attimo, in preparazione della ulteriore sessione pomeridiana (che bello quando si ha a disposizione tutto il giorno, e tutto il vento che si vuole, per surfare....).

Verso le 15,00, decidiamo di puntare verso gli spot ad Est. Io preferirei uscire in mare, per la qualità dell'acqua. Negli stagni, l'acqua è mediamente torbida, anche se non sporca, con fondale melmoso, o coperto di alghe. Potremmo uscire a Leucate Plage o La Franqui, dove gli anemometri di Winds-up confermano un bel vento, anche se, come al solito, completamente off-shore. Andrera si sente più sicuro, vista la sessione in tardo pomeriggio, ad uscire negli stagni. Per non riprovare Le Goulet (che insieme a Bages - La Nautique, secondo me, alla luce di questa e della precedente vacanza, risulta essere lo spot preferibile negli stagni), andiamo a Barcares - Eole, altro spot perlustrato nella precedente vacanza del giugno 2015, dopo aver, inutilmente cercato il punto di uscita alla Coudalere.

Fa un caldo veramente notevole, nostante i 20 nodi di vento. Sullo spot c'è una scuola della UCPA, ed in acqua ci sono molti allievi che stanno facendo pratica. Lo spot consiste di un bacino più piccolo, da cui si accede ad un bacino più ampio nel resto dello stagno. Armo 5,5 ed il fidato Tabou 3s (Andrea va di 7 metri), ed esco in shorty......

Entrato in acqua, mi rendo conto che il vento è buono. Esco dal bacino piccolo, e mi dirigo nel bacino più grande. Il piano d'acqua è ordinato, e si prospetta una sessione, comunque, piacevole, ma..... 

Inorridisco.... quando mi accorgo che nel bacino grande nella parte sottovento, c'è un'invasione di meduse giganti! Se ne possono contare a decine intorno alla tavola.... come se non bastasse già il colore marrone scuro dell'acqua, in questo spot dello stagno di Leucate. No, no... confermo che preferisco gli spot al mare in questa zona. Cerco un punto meno infestato, e viro sperando di non cadere.... Riesco nell'operazione, entro in planata, e cerco di rientare nel bacino piccolo alla velocità della luce.... Sul bordo incrocio il dottore, e gli urlo del pericolo, ma lui, impavido, non sembra batter ciglio..... Penso di chiudere qui la mia sessione, frustrato.

Poi, per non buttare via il pomeriggio, penso di bordeggiare almeno nel bacino piccolo (dove le meduse non ci sono), per esercitarmi con la virata veloce. Alla fine, grazie anche ad un deciso rinforzo del vento verso sera (ben sopra i 20 nodi), ne verrà fuori una sessione utile, in cui mi convinco che in virata veloce, come in quella base, se l'acqua è piatta, conviene passare dall'altra parte della vela, esattamente quando la prua della tavola è al vento (quando il piano d'acqua è mosso, e su tavole piccole, meglio invece anticipare, ed uscire backwinded). Comunque, ho visto giornate di windsurf migliori.

Il giorno dopo, iniziamo il rientro verso l'Italia. Le previsioni dicono che i venti da Nord sono in esaurimento, e che sulla zona di Marsiglia e di Hyeres, entreranno venti da Est/Sud-Est. Propongo di andare a perlustrare il mitico spot wave del Carrò, dove, con una ventina di nodi da Sud-Est in entrata dalle 13,00 circa, le condizioni potrebbero essere ideali per assaggiare lo spot. Andrea è incerto, ed un po' inquieto. Durante il viaggio legge sull'Ipad le poco rassicuranti (per i non esperti) descrizioni dello spot. Arriviamo al Carrò poco dopo le 11,00. Fa un caldo disumano (36 gradi circa) nel parcheggio d'asfalto di fronte allo spot. Entriamo da Le Marine Surf Shop, e chiediamo indicazioni. Secondo il gestore, oggi, lo spot non lavorerà; o meglio, al limite consentirà un'uscita freeride con vele grosse, ed al "Carrò la gente viene per le onde...". Considerata anche la costa rocciosa a riva, ed un panorama non particolarmente suggestivo intorno (sarà anche il caldo), decidiamo di puntare a Hyeres, dove, secondo il gestore del negozio, il vento sarà anche più forte. Non amo l'Est a Hyeres, perchè instabile e molto onshore, ma questa è l'opzione migliore e più sicura per la giornata.

 

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Alle 14,30, siamo a La Capte, a Hyeres, che non avevo mai visto in versione estiva, con Est. Un bel vento teso, tra i 20 ed i 25 nodi, soffia sullo spot, ma, rispetto all'inverno, la spiaggia ed anche i primi 50 metri in acqua sono pieni di bagnanti (anche qui fa caldo, ed è domenica). A differenza dell'inverno, l'acqua è meno torbida, non ci sono alghe in acqua, e lo shorebreak non è molto accentuato (fuori, invece, ci sono onde alte poco meno di 2 metri). Decido di osare e di uscire con la  5.5 e la Fanatic Triwave 86 settata a thruster, per surfare qualche onda. Entriamo per le 15.15. La prima ora in acqua va bene. Riesco a guardagnare il largo, dove il vento è più forte e disteso, e dove non ci sono bagnanti, e tiro bordi plananando stabilmente. Poi, verso metà pomeriggio, il vento ha un calo, e stare fuori con la 86 e la 5,5 è un calvario. Inoltre, un mal di testa dovuto, probabilmente, al caldo preso nella giornata, non mi dà pace. Vado a riva a riposarmi, e con l'idea di cambiare tavola, e passare alla 106.

Proverò ad uscire ancora con la 106, senza cambiare vela, ma ormai il vento in calo, non consentirà di godermi ulteriormente la sessione.

La sera ci concediamo una cena al ristorante, e mangiamo "Moules a la provencale avec frites", e poi, una volta tanto, andiamo a letto prima di mezzanotte....

 

 

Il giorno dopo, le previsioni danno ancora un est debole, ma francamente non abbiamo molte speranze, e consideriamo come alternativa di andare a fare un po' di trekking alla Presquile de Giens. Ed invece..., quando ci presentiamo sullo spot alle 9,30 circa, dopo un'abbondante colazione in albergo, ci sonno 15 nodi abbondanti, e pochissimi bagnanti. Io armo la mia amata Ezzy Zeta 6,4 2017 con il Tabou 106, ed Andrea la 7 con il freeride 135. E' spassoso vedere il dottore rispondere al telefono con l'auricolare ai pazienti, mentre prepara l'attrezzatura in costume. Ormai, dopo le tante telefonate da lui ricevute in questi giorni, ho imparato la solfa (quanto ha di pressione? ha preso il diuretico? come si sente?), e propongo di prendere io una delle prossime telefonate.

 

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Ne viene fuori una sessione divertentissima, a conferma che la qualità delle uscite dipende dalla costanza più che dall'intensità del vento. Entrambi planiamo stabilmente tutta la mattina, ed abbiamo anche la possibilità di goderci quasi tutta la baia per noi (pochi anche i surfisti in acqua). Il piano d'acqua, peraltro, è assai piacevole, con un'onda regolare sul metro/metro e mezzo circa, verso la Badine/Bergerie più ripida e molto divertente da surfare (anche se, con una vela più piccola, sarebbe più agevole). Cerco di migliorare ulteriormente la strambata, ed ho conferma che, tra le onde, a differenza dell'uscita a Gruissan plage, il raggio di curvatura deve essere minore, per non droppare le onde davanti, e rischiare di avere sotto i piedi una tavola più instabile. Andrea si mette a surfare alla Badine con il suo freeride 135....

 

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Durante questa vacanza, cerco di correggergli l'assetto troppo arretrato (in particolare del busto) durante la planata, cosa che non facilita l'ingresso in planata, in quanto la poppa della tavola ara, e fa più attrito. Già durante le diverse sessioni della vacanza, Andrea mostra progressi da questo punto di vista.

 

 

Alle 13,30 usciamo dall'acqua, in modo da ripartire per Milano in tempo utile per arrivare per cena. A Hyeres, si sta benissimo, ed è veramente dura lasciare questo mare meraviglioso, con Les Porquerolles sullo sfondo.

 

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Finisce così un'altra appagante trasferta in Francia. Tornando, non posso fare a meno di pensare che la zona di Gruissan/Leucate meriti almeno un viaggio all'anno, e che, una delle prossime volte, sarebbe bello organizzare un bel gruppo ed andarci tutti insieme.

 

A bientot. Fabio

 

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